Dopo i tanti problemi che ne stanno ritardando l’inaugurazione, forse arrivano finalmente buone notizie per la Gigafactory di Tesla a Berlino. È stato Jörg Steinbach, ministro dell’Economia di Brandeburgo, a lanciare una ventata di ottimismo sul taglio del nastro al primo impianto in Europa di Elon Musk e soci.

“Spero che la prima vettura a uscire dalla linea di produzione nasca nel 2021”, ha dichiarato Steinbach, riferendosi alle Model Y europee che lo stabilimento dovrà produrre. Ma le previsioni più realistiche parlano di un’apertura rinviata a inizio 2022.

La consultazione pubblica

Perché le auto elettriche possano vedere la luce, dovrà arrivare il via libera definitivo da parte dell’Ufficio statale per l’ambiente (LfU) di Brandeburgo. La Casa californiana ha presentato a giugno gli ultimi documenti da visionare e sottoporre a una consultazione pubblica.

Tesla: ecco la Gigafactory Berlino

Eventuali obiezioni sul progetto potranno essere depositate fino al 16 agosto. Poi, la LfU potrebbe aprire una nuova fase nella procedura per discutere nel merito le proposte di modifica, allungando ancora i tempi per l’ok finale. Finora, quindi, Tesla ha cominciato a mettere su la sua GigaBerlin basandosi solo su alcuni permessi provvisori.

Storia travagliata

Gli stessi finiti al centro dell’ultima vicenda che ha per protagonista, suo malgrado, il futuro impianto della Casa. Nelle scorse settimane, gli ambientalisti tedeschi avevano fatto ricorso in tribunale perché sostenevano che i documenti presentati da Palo Alto non specificassero le precauzioni prese per evitare dispersioni di sostanze nocive. Ma la Corte ha dato ragione a Elon Musk e soci proprio nei giorni scorsi.

In passato, invece, le associazioni avevano fatto sospendere i lavori per fermare il disboscamento dell’area, con alcune frange estremiste che erano arrivare persino a compiere un vero e proprio attentato allo stabilimento. Di mezzo si è messa anche la burocrazia. Il prossimo appuntamento sarà ancora di fronte al giudice per l’ultimo confronto fra Tesla e ambientalisti. Nel frattempo, il ministro Steinbach continua a sperare.