E se la Apple car nascesse in collaborazione con Toyota? La Casa nipponica si aggiunge al lungo elenco dei partner che nell’ultimo anno sono stati avvicinati al gigante della Mela per dare vita al progetto dell’auto elettrica.
Le indiscrezioni arrivano dal portale specializzato taiwanese DigiTimes, secondo cui Toyota avrebbe in programma un incontro con i vertici di Cupertino proprio per capire come si potrebbe organizzare un'ipotetica collaborazione che avrebbe dell'incredibile per la sua portata. La informazioni filtrate sono pochissime, ma non è difficile immaginare che in caso di alleanza la produzione andrebbe in capo alla Casa nipponica. Da sciogliere ci sarebbe poi il nodo della fornitura delle batterie, aspetto su cui Apple punta fortissimo.
Tra Giappone e Corea
Se a Taiwan si afferma che Toyota potrebbe davvero essere la Casa con cui Apple avvierà il progetto, MacRumors conferma quanto già trapelato ad agosto: alcuni pezzi grossi della Mela starebbero guardando con interesse non tanto al Giappone quanto alla Corea del Sud.
Lì, infatti, potrebbero contare sul supporto di aziende produttrici di batterie come SK Innovation o LG Chem e sulle competenze della neonata joint venture LG-Magna che proprio nel campo della produzione conto terzi di auto elettriche ha intenzione di operare.

Il 2024 è troppo vicino?
Quali che siano i partner di Apple per l’auto elettrica della Mela, una cosa che sembra assodata riguarda proprio la speciale batteria che si vorrebbe utilizzare. A Cupertino, forti delle conoscenze maturate sui prodotti di elettronica di consumo, vorrebbero adottare un accumulatore cell to pack (come sull’iPhone, ma chiaramente più grande), in cui l’assenza di moduli permetterebbe di avere una densità energetica maggiore rispetto ad altri prodotti presenti sul mercato. Servirà quindi qualcuno in grado di produrlo secondo determinati standard.
L’auto, nelle intenzioni di Apple, dovrebbe arrivare nel 2024, ma la previsione sembra ottimistica. Il fatto che ci siano ancora trattative aperte sul chi potrebbe occuparsi della produzione, infatti, fa pensare a tempi più lunghi. E a questo si deve aggiungere anche la crisi dei chip che sta rallentando tutto il mondo automotive.