La crisi della benzina che sta colpendo in questi giorni la Gran Bretagna ha fatto esplodere un irrefrenabile interesse degli inglesi verso le auto elettriche. Secondo Carguide, le ricerche complessive correlate al mondo dei veicoli a zero emissioni venerdì 24 settembre (giorno in cui i benzinai britannici hanno iniziato a restare a secco uno dietro l’altro) sono aumentate del 1.600%.

Non solo, perché la nota piattaforma per la compravendita di auto in UK, Carwow, rileva che domenica 26 settembre le ricerche di auto nuove elettriche in vendita sono aumentate del 56%. Ma già nei giorni precedenti, proprio mentre la crisi della benzina prendeva piede, le ricerche di auto elettriche in vendita erano già aumentate sensibilmente. Venerdì 24 settembre del 28% e sabato 25 settembre del 43%.

L’elettrico come alternativa

“La mancanza di carburanti tradizionali alle stazioni di servizio ha scatenato il panico tra gli automobilisti britannici, che in massa hanno iniziato a fare ricerche sulle auto elettriche. In una settimana il traffico inerente vetture a batteria è aumentato del 94%”, ha detto Sepi Arani, direttore della divisione commerciale di Carwow.

Molte persone, di fronte alle lunghe code dai benzinai e l’impossibilità di fare rifornimento, hanno visto nell’auto elettrica, e soprattutto nella possibilità di ricaricare nel proprio garage, una vera e propria manna dal cielo, ha aggiunto Arani.

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Salgono anche le vendite

Non solo la gente ha mostrato maggiore interesse verso le auto elettriche, ma ne ha anche comprate di più. Ad agosto sono state immatricolate 7.388 nuove vetture a zero emissioni, a settembre quasi il doppio. Il dato è stato diffuso da Auto Trader Group, secondo cui le concessionarie nell’ultimo weekend hanno ricevuto il 36% in più di richieste di informazioni sulle auto a batteria rispetto al weekend precedente. I click sugli annunci di elettriche nuove o usate sono saliti del 28% e del 61%.

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Colpa della Brexit

Ma cosa ha scaturito questa insolita crisi della benzina? Il motivo principale è da ricercarsi nella mancanza di autotrasportatori (ne servirebbero più o meno 100.000). In sostanza, non ci sono abbastanza camion per portare i carburanti (ma anche tutti gli altri beni) presso i distributori. Conseguenza della Brexit e del contenimento degli ingressi nel Paese attraverso un sistema che, evidentemente, deve essere rivisto.

Boris Johnson, per far fronte all’emergenza, ha concesso 10.500 permessi di lavoro temporaneo ma anche questa mossa non è stata sufficiente a richiamare sull’isola un numero sufficiente di camionisti che avevano lasciato il Paese proprio in concomitanza con l’uscita dell’Ue. Chissà se questa strana congiuntura contribuirà ad aiutare il Regno per l'obiettivo di non vendere più auto con motore termico entro il 2030.