Non è certo un segreto: anche le supercar si stanno incamminando sulla via dell’elettrificazione. Tutti i costruttori del settore si stanno impegnando per produrre vetture ad alte prestazioni e a zero emissioni che siano efficienti e veloci. È una scelta obbligata, quanto obbligata è la necessità di trovare soluzioni specifiche sia per contenere il peso sia per rispondere al meglio alle necessità intrinseche al tipo di auto. Tra queste, quelle legate al surriscaldamento dei motori, che devono restare affidabili pur lavorando sotto sforzo per più tempo rispetto a un'auto normale.
Servono investimenti ingenti e un enorme impegno in termini di ricerca e sviluppo. Ma partiamo proprio dai motori. Una mano potrebbe arrivare da una startup di proprietà Daimler. Si chiama Yasa ed è già nota per un motore elettrico a flusso assiale che garantisce altissime performance e che pesa dieci volte meno di un classico V12 a benzina. Con i suoi 23 kg e dimensioni comparabili a quelle di un normale volante, il motore YASA potrebbe essere un’opzione da considerare per i costruttori di supercar.
Gli specialisti
La startup britannica ha già un buon curriculum alle spalle. Ha prodotto infatti motori per Ferrari (l’impianto di Oxford fa quelli per la Ferrari F90 Stradale) e Koenigsegg. Collabora anche con un'altra Casa di cui però non ha potuto rivelare il nome e a breve, inoltre, avvierà una collaborazione con AMG, che proprio come YASA orbita intorno a Daimler.
Altre sono le aziende impegnate nello stesso campo. Tra queste c'è Saietta, il cui quartier generale si trova sempre ad Oxford, poco distante da quello di YASA. Ha sviluppato un motore a flusso assiale con raffreddamento ad acqua. È pensato principalmente per il mercato motociclistico asiatico, ma stando a quanto affermato da Reuters ha anche intavolato alcune trattative con un costruttore di hypercar che per ora resta top secret.
Aspettando batterie più leggere
Come detto, il contenimento delle masse resta il problema principale per le auto elettriche in generale e per le auto elettriche ad alte prestazioni in particolare. Tim Woolmer, fondatore di Yasa, ha dichiarato che la differenza la faranno batterie più leggere (magari quelle allo stato solido). "È da lì che passerà la rivoluzione delle supercar a zero emissioni", ha spiegato, aggiungendo che "non disponendo ancora di una soluzione decisiva in merito, i costruttori si stanno concentrando sui materiali della scocca e, appunto, sui motori elettrici".
Quelli a flusso assiale pensati da Saietta e da Yasa sono piatti, rotondi, leggeri e di piccole dimensioni. Hanno quindi più vantaggi rispetto a quelli tradizionali, a flusso radiale, che hanno forma cilindrica e sono generalmente più ingombranti e più pesanti. Inoltre, secondo i costruttori, i sistemi di raffreddamenti pensati per questo tipo di motore (ad acqua quello di Saietta e ad olio quello di YASA) contengono meglio le temperature e per questo sono particolarmente adatti a vetture i cui powertrain lavorano sotto stress generalmente per più tempo.
Un circolo virtuoso
Il minor peso e la minore tendenza al surriscaldamento hanno degli effetti positivi non solo sulle prestazioni ma anche sull'affidabilità delle vetture sportive. La maggiore efficienza del motore, ad esempio, estende l’autonomia del 7%, così come il minore dispendio di energia dato dalle dimensioni ridotte consente l'adozione di batterie meno pesanti. La rivoluzione a cui accennava Woolmer, dunque, potrebbe passare anche da qui.
E le Case collaborano tra loro come mai prima d'ora per raggiungere ulteriori progressi. Nel caso di Yasa, ad esempio, Daimler ha incoraggiato la collaborazione con Ferrari nonostante questo sia in apparente contraddizione con le esigenze dell’azienda, la quale, controllando anche Mercedes-Benz, potrebbe non favorire aziende concorrenti.
Non è così. Infatti, come sostiene il ceo di Yasa Chris Harris, “quando la tecnologia arriva a maturazione il vantaggio è per tutti”. Inutile dire che l’esito avanguardistico delle ricerche dell’azienda britannica non può che essere apprezzata anche da Ferrari, il cui cto Michael Leiters ha sottolineato l’importanza dello sviluppo di soluzioni efficienti per le supercar elettriche.
Non solo motori
Nella sfida continua per il contenimento delle masse c’è chi guarda ancora più in là. Rimac, costruttore croato di hypercar a zero emissioni, ha dato vita alla sua Nevera sposando in pieno una “filosofia della leggerezza” che non coinvolge solo le innovazioni sul motore: la scocca del modello è in fibra di carbonio e le batterie sono integrate con la struttura dell’auto.
Lotus, invece, ha sviluppato una nuova piattaforma elettrica usando leghe di alluminio leggero che riducono del 37% il peso del veicolo. La piattaforma LEVA sarà usata per la nuova gamma di sportive a zero emissioni della Casa britannica. Senza dimenticare che sempre Lotus ha avviato una collaborazione per la realizzazione di batterie wireless.
Tra le Case che lavorano su sportive elettriche all'avanguardia si deve citare infine la cinese FAW, che ha dato il via a una joint venture con Silk EV per avviare la produzione di auto sportive in Italia. Anche in questo caso la fibra di carbonio costituirà l’ossatura del veicolo, e coopererà con un particolare utilizzo dei fili di rame nel motore al fine di alleggerire il veicolo del 20%.