Grazie al sigillo del Senato, è arrivata l’approvazione definitiva al decreto Infrastrutture, che porta con sé la tanto attesa riforma al Codice della Strada. Protagonisti del nuovo testo sono anche i monopattini elettrici, che hanno invaso le nostre città dopo l’inizio della pandemia.
Obblighi di installare gli indicatori di direzione, indossare il giubbotto catarifrangente in certi orari, portare il casco per i minorenni e rispettare limite di velocità da 25 a 20 km/h sono le regole da osservare d’ora in avanti. Ma c’è ancora un nodo da risolvere: dove si può circolare?
In città o anche fuori?
La domanda sorge a causa di quello che sembra essere un vero e proprio pasticcio contenuto nel testo normativo. Da un lato, si stabilisce che “i monopattini a propulsione prevalentemente elettrica possono circolare esclusivamente su strade urbane con limite di velocità di 50 km/h”.
Dall’altro, subito dopo, si legge che è permesso muoversi “dovunque sia consentita la circolazione dei velocipedi”. Peccato che questi possano andare anche su alcune strade extraurbane, non solo in città, a esclusione di strade extraurbane principali e autostrade. In poche parole, pare esserci una contraddizione tra la prima e la seconda parte della norma.
Che succede ora?
A questo punto, si apre una zona grigia. Cosa succede a chi va fuori città con il monopattino? Può essere multato? Oppure no? Ciò che servirebbe è un nuovo intervento per riparare al danno, ma il problema è che la riforma è stata già approvata in via definitiva e manca solo il passaggio in Gazzetta Ufficiale per la sua entrata in vigore.
La via più breve da percorrere sarebbe un provvedimento che corregga il testo o dia la giusta interpretazione. Non sappiamo, però, se e quando il Parlamento o il Governo si muoveranno. Ed è un peccato, perché il nuovo Codice della Strada veniva invocato da tempo e, ora che è arrivato, colma finalmente diverse lacune. Tranne, in parte, per i monopattini elettrici.