Litio, cobalto, terre rare e molti altri: sono questi elementi, indispensabili per le batterie delle auto elettriche e per la transizione energetica in generale, ad aver aperto quella che si può considerare una vera caccia all’oro dell’età moderna. Portarli alla luce richiede, e sempre di più richiederà, uno sforzo senza precedenti.

Le Case non vogliono, e non possono, arrivare impreparate all’appuntamento con l’elettrificazione e stanno mettendo quindi in campo una serie di mosse per assicurarsi le forniture di queste indispensabili materie prime. Come? Anche attraverso investimenti diretti nell’estrazione.

Più controllo diretto

Lo spiega bene un articolo di Automotive News, in cui si può leggere che i costruttori hanno compreso già da tempo la convenienza di unirsi a consorzi minerari attraverso joint venture con l’obiettivo di collaborare non solo nei siti già scoperti, ma anche nella ricerca di nuove zone dove scavare, soprattutto negli Stati Uniti.

La pandemia ha poi dato una nuova spinta a questo passaggio verso il controllo diretto dei minerali, perché ha dimostrato le fragilità di una catena di approvvigionamento ancora non consolidata come quella delle batterie per auto elettriche. Ma anche e soprattutto, ha messo in evidenza i rischi di essere troppo dipendenti dall’Asia.

Galaxy Mining Lithium and Spodumene drilling holes for explosives in Ravensthorpe Western Australia

Più resilienza

“Quando le catene di approvvigionamento sono concentrate tra poche aziende o aree geografiche, diventano molto fragili e non sono resilienti”, ha spiegato Sam Abuelsamid, principale analista della società di consulenza Guidehouse Insights.

L’esperto ha riportato il punto di vista dei costruttori, che può essere sintetizzato in: “Non lasciare le attività minerarie in mano esclusivamente ai fornitori”. Un esempio? General Motors, che ha investito in un progetto per estrarre litio a basso costo lanciato da Controlled Thermal Resources (CTR) e chiamato Hell’s Kitchen Lithium Power, con sede nel Salton Sea Geothermal Field, nell’Imperial Valley in California.

Cosa si guadagna

Il vantaggio per le Case sarebbe duplice: non solo assicurarsi una quantità di materie prime sufficiente a soddisfare la crescente domanda di veicoli elettrici, ma anche mettersi al riparo da eventuali critiche che riguardano le questioni etiche intorno alle estrazioni. Le Case potrebbero infatti intervenire in maniera diretta per mettere la parola fine ai problemi denunciati, che riguardano, ad esempio, la condizione dei lavoratori impiegati nelle cave.

Mining cobalto

Già ora si stanno gettando basi importanti per mantenere il controllo dei minerali, attraverso investimenti in materia di batterie, che comprendono la costruzione di impianti per celle proprio vicino agli stabilimenti di assemblaggio dei veicoli. E Abuelsamid è sicuro che, quando sarà possibile, qualcosa di simile accadrà con le estrazioni, la lavorazione e il riciclo delle materie prime.

Nessun pericolo

Grazie all’estrazione diretta e altre innovazioni, il settore eviterà una crisi delle richiestissime batterie. Ne è sicuro Manish Chawla, direttore generale globale per il settore industriale di Ibm. “Il bisogno guida il capitale e il capitale guida innovazione e sfruttamento sostenibile delle risorse”, è la massima con cui prevede cosa ne sarà del futuro mercato delle auto.