Confermata o no, la proposta dell’Europa di fermare le vendite di auto a benzina e diesel dal 2035 sta facendo scuola. Resta da superare l’impasse al Consiglio dell’Ue, chiamato a formalizzare l’accordo con l’Europarlamento e rendere definitiva la decisione.
Ma il Vecchio Continente non è l’unica regione ad aver ipotizzato l’addio ai veicoli a combustione interna. Insieme ci sono tanti altri Paesi che hanno già messo in calendario lo stop agli endotermici. Eccoli qua.
Il patto alla Cop26
La lista si è allungata parecchio dopo la Cop26 di novembre 2021 a Glasgow, dove tanti Stati – ma non l’Italia, almeno fino a quel momento – avevano firmato il patto per fermare le immatricolazioni di vetture e van a combustione nel 2035 nei mercati avanzati e nel 2040 nel resto del mondo. La lista è qui sotto.
Mercati avanzati (entro il 2035)
- Austria
- Azerbaigian
- Belgio
- Canada
- Capo Verde
- Cile
- Cipro
- Croazia
- Danimarca
- El Salvador
- Finlandia
- Francia
- Grecia
- Irlanda
- Islanda
- Israele
- Liechtenstein
- Lituania
- Lussemburgo
- Malta
- Norvegia
- Nuova Zelanda
- Olanda
- Polonia
- Santa Sede
- Slovenia
- Spagna
- Svezia
- Regno Unito
Resto del mondo (entro il 2040)
- Armenia
- Repubblica Dominicana
- Ghana
- India
- Kenya
- Marocco
- Messico
- Paraguay
- Ruanda
- Turchia
- Ucraina

Auto elettrica in carica
In anticipo sulla tabella di marcia
Ma alcuni Paesi bruceranno le tappe rispetto a quanto deciso in Scozia. Per esempio il Regno Unito, padrone di casa alla Conferenza Onu 2021 sui cambiamenti climatici, dove le auto a benzina e diesel abbandoneranno i concessionari nel 2030 e saranno seguite dalle ibride plug-in cinque anni più tardi.
Si muoveranno per quella data anche Islanda, Israele, Olanda e Svezia. Il 2031 sarà la volta della Slovenia e quattro anni dopo quella del Cile. La Danimarca dirà basta ai motori a combustione nel 2030 e agli ibridi plug-in nel 2035.
Passiamo alla Norvegia, capoclasse in Europa dell’elettrificazione, che ha un obiettivo di vendite 100% in elettrico già per il 2025. A pensare diversamente è il Belgio, con la regione di Bruxelles che saluterà il diesel nel 2030 e la benzina nel 2035, mentre le Fiandre saranno protagoniste di un phase-out totale nel 2029.
Cile | 2035 |
Danimarca | 2030 - 2035 |
Islanda | 2030 |
Israele | 2030 |
Norvegia | 2025 |
Olanda | 2030 |
Slovenia | 2031 |
Svezia | 2030 |
Regno Unito | 2030 - 2035 |
E gli USA?
Abbandoniamo il programma di Glasgow e spostiamoci Oltreoceano. Se il 2035 è tra i pensieri del presidente Joe Biden, alcuni Stati federati degli USA si sono già mossi in autonomia, come California, New York e New Jersey. Washington, invece, ha voluto anticipare tutti in America: solo auto elettriche dal 2030. Al di là dei confini, i vicini del Canada venderanno esclusivamente veicoli a zero emissioni nel 2035.
Il Fit for 55 dell’Ue
Intanto, l’Europa ha forse cancellato i piani che alcuni Paesi europei avevano programmato per gli anni successivi e che dovranno essere anticipati. Come quello della Spagna, che aveva vietato le nuove immatricolazioni dal 2040.

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea
Niente cambierà invece per l’Italia, nonostante diversi tentennamenti. In questo contesto, non aveva ancora preso una posizione ufficiale la Francia, mentre la Germania aveva strizzato l’occhio alla data più gettonata: il 2035.
Il resto del mondo
E cosa succede nel resto del mondo? Singapore punta al 2030, mentre Giappone e Thailandia al 2035. La Cina vuole solo elettrificare buona parte delle vendite sempre entro metà del prossimo decennio. In mezzo ci sono i piani di Hong Kong, Macau e Corea del Sud: stop a benzina e diesel nel 2030 e agli ibridi plug-in nel 2035. Più tardi, nel 2040, Egitto e Taiwan, per chiudere nel 2050 con Costa Rica e Indonesia.
Corea del Sud | 2030 - 2035 |
Costa Rica | 2050 |
Egitto | 2040 |
Giappone | 2035 |
Hong Kong | 2030 - 2035 |
Indonesia | 2050 |
Macau | 2030 - 2035 |
Singapore | 2030 |
Taiwan | 2040 |
Thailandia | 2035 |
Fonte: Regno Unito