Elon Musk non le manda a dire. Stavolta il bersaglio è Tom Krisher, giornalista dell’Associated Press, finito nel mirino del ceo di Tesla con l’accusa di essere un lobbista. Tutto nasce da un articolo per l’AP in cui Krisher parla della campagna di richiamo che sta coinvolgendo la Casa.
Per fare un breve recap: la National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) ha chiesto al costruttore di correggere da remoto il “rolling stop”, una funzione del sistema di Full Self Driving che consente alle Model S, 3, X e Y coinvolte in questa fase di test di rallentare agli stop e proseguire la marcia senza fermarsi completamente, salvo ovviamente possibili pericoli.
“Nessuna integrità”
Una pratica molto comune fra gli automobilisti, che Tesla ha "insegnato" alle sue vetture per renderle il più simili possibile alla realtà quotidiana. Ma pur sempre sbagliata. L’Autorità di sicurezza stradale Usa è così intervenuta per costringere la Casa a rimediare.
Ma Elon Musk non l’ha presa affatto bene e non ha usato mezzi termini: “In realtà lui è un lobbista, non un giornalista – sono le parole al vetriolo su Krisher, scritte in risposta a un utente Twitter –. In molti si atteggiano come i secondi mentre si comportano come i primi. Nessuna integrità”.
“In effetti – continua il tweet – non ci sono problemi di sicurezza. Semplicemente, l’auto rallenta fino a 2 miglia orarie e continua fin quando non è evidente che non ci sono altre vetture o pedoni nei paraggi”.
Ora, però, Krisher è diventato il bersaglio dei fan più accaniti di Tesla, che lo stanno attaccando sul social network senza approfondire particolarmente la questione. In mezzo alle critiche, in ogni caso, si possono trovare anche messaggi di solidarietà e stima verso il reporter.
I precedenti
Non è neanche la prima volta che la NHTSA si rivolge al costruttore. Nei mesi scorsi ha fatto parecchio rumore l’indagine su una serie di incidenti che sarebbero stati provocati dall’Autopilot. A dicembre, invece, a finire sul banco degli imputati era stata la funzione Passenger Play, che consentiva di giocare sul touchscreen anche con l’auto elettrica in movimento.