Parecchi costruttori stanno puntando sul servizio di sostituzione delle batterie, noto come "battery swap", come alternativa alla ricarica veloce. Il concetto è semplice: invece di ricaricare un'auto elettrica, se ne sostituisce la batteria scarica con una carica.

Malgrado sembri più complesso smontare e rimontare i grandi pack delle vetture elettriche moderne, dal punto di vista tecnico questo aiuterebbe a superare sia le lunghe attese alla colonnina, sia gli "effetti collaterali" del fast charging. Ci si riferisce in particolar modo all'inevitabile stress per le batterie stesse causato da potenze di ricarica molto alte.

Ma l'idea di sostituire direttamente accumulatori scarichi con altri caricati a distanza, in momenti differenti, senza fretta e quindi magari senza bisogno di velocità elevate, ha radici antiche. Almeno quanto la stessa auto elettrica.

Dalla teoria alla pratica

Il procedimento è stato teorizzato dai primi pionieri dell'automobile, che come abbiamo più volte visto hanno compiuto apprezzabili sforzi per sviluppare la trazione elettrica prima che l'industria scegliesse il petrolio. Per vedere però la prima applicazione pratica è stato necessario aspettare oltre il primo decennio del '900.

Intorno al 1912, General Electric Co ha avviato il primo Battery Service, presto replicato in diverse città degli Usa, con tempi di "pit stop" che nel migliore dei casi non andavano oltre i 3 minuti. Tuttavia, questa soluzione è caduta in disuso una decina di anni più tardi, a causa del ridursi del mercato dell'elettrico, superato dai motori endotermici e del poco interesse dell'industria verso la costruzione di batterie standard, universali e intercambiabili.

NIO Battery Swap

Un gap di 8 decenni

Per tornare a parlare di battery swap è stato necessario aspettare il 2007 e l'interesse di alcuni costruttori come Nissan e Renault, che sono stati i nuovi pionieri dell'elettrico moderno. Renault, in particolare, in quel periodo impegnata nel lancio di nuovi modelli come Zoe e Fluence, dichiarò di voler proporre il cambio della batteria come alternativa alla ricarica. Ci lavorò insieme a Better Place, una startup che aveva sviluppato un proprio sistema di battery swap, ma il progetto fu interrotto dopo una prima fase di test.

Poi è stata la volta delle aziende cinesi, che si sono interessate al battery swap applicandolo  in primis agli autobus. Better Place, ancora convinta della bontà della propria tecnologia, in quel periodo provò ad avviare una serie di dialoghi con aziende statali per sviluppare questi servizi, ma senza successo. In parte per gli stessi motivi di 80 anni prima, e cioè la poca disponibilità dell'industria ad adottare uno standard unico per le batterie in un momento in cui lo sviluppo delle stesse rappresentava, come è tuttora, la maggiore sfida.

Una NIO EV6 ferma in una stazione per la sostituzione della batteria

Dalle startup ai giganti

Nel 2013 anche Tesla testò le potenzialità del battery swap. Avviò un programma pilota per la Model S interrompendolo dopo un paio d'anni. In quel caso le complicazioni furono di natura tecnica: il processo era infatti complicato e poco snello. Elon Musk e soci, dunque, si sono buttati sullo sviluppo di una rete di Supercharger.

L'anno seguente (2014), si torna in Cina per parlare di battery swap. Quell'anno nasce NIO che sin da subito lavora a questo tipo di tecnologia e nel 2017 annuncia di essere pronta a immettere sul mercato il servizio di cambio al volo delle batterie. Effettivamente, nel 2018, entra in funzione.

Geely Battery Swap, cambio batteria in un minuto

Oltre i confini cinesi

Da quel momento, in Cina, è un proliferare di stazioni di battery swap. Altre Case vi lavorano e iniziano a proporlo ai propri clienti. Ad oggi, all'ombra della Grande Muraglia sono già centinaia le stazioni attive: hanno procedure completamente automatizzate e in pochi minuti sostituiscono la batteria scarica dell'auto con una carica presente nella stazione stessa.

Il governo di Pechino ha annunciato anche un ambizioso piano per portare le stazioni di battery swap a 24.000 entro il 2025. Intanto, la tecnologia sta varcando i confini cinesi. Sia con NIO, che ha avviato il servizio anche in Europa, sia con Bosch, che lo scorso aprile ha annunciato di avere allo studio dei modelli di business centrati sul battery swap, considerato interessante anche per la gestione delle flotte aziendali e l'abbattimento dei costi. In Italia, di recente, è entrato in funzione un servizio di battery swap operato da Eni insieme a XEV per le vetturette Yoyo