L’idea è molto ambiziosa ed è quella di dare vita a un’alleanza globale per la protezione del clima. A partorirla sono i Paesi del G7, che ne discuteranno a Berlino attraverso i rispettivi ministri dell’Ambiente e dell’Energia. L’appuntamento è fissato per il 26 e il 27 maggio. E tra i grandi protagonisti della due giorni ci sarà ovviamente l’auto elettrica.

Lo riferisce Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, apparendo alla Camera per leggere l’informativa che aggiorna sui temi al centro del vertice tedesco. Al termine del tavolo, verrà pubblicato un comunicato che riconoscerà “l’urgenza di affrontare le sfide globali legate ai cambiamenti climatici, alla transizione energetica” e non solo. Ma cosa dirà il G7 sulla mobilità? E come si posizionerà l'Italia?

L’impegno del G7

“La Germania – riferisce Cingolani – ha fin da subito posto l’accento sulla centralità del contributo del settore trasporti alla riduzione delle emissioni per mantenere l’aumento della temperatura entro gli 1,5 gradi a metà secolo”.

“Si sta discutendo – continua il ministro – su un forte impegno dei Paesi per favorire la crescita dei veicoli elettrici, con l’obiettivo di avere tutte le nuove auto e i nuovi furgoni a zero emissioni entro la prossima decade”.

La posizione dell’Italia

Il G7 sembra quindi orientato a seguire la stessa linea dell’Unione europea e della Cop26, che hanno proposto di vietare le vendite di auto endotermiche dal 2035. Una missione a cui il nostro Paese non si sottrarrà, anche se ci sono dei distinguo:

“C’è l’impegno da parte dell’Italia – sottolinea Cingolani – di favorire la veloce decarbonizzazione del settore auto, evidenziando la necessità di identificare tempistiche diverse per auto e furgoni, suggerendo rispettivamente 2035 e 2040.

L’approccio consentirebbe di avviare una transizione ambiziosa ma giusta, tarata sulle specificità nazionali relativamente allo sviluppo delle nuove infrastrutture, l’adattamento del sistema produttivo alle nuove tecnologie e il passaggio della produzione di componenti per motori a combustione interna a quella per propulsioni a zero emissioni.

La discussione è aperta, ma mi aspetto che il testo finale sia molto vicino alle nostre posizioni. Da parte italiana è stato chiesto di fare riferimento non solo all’elettrificazione, ma anche ai combustibili sostenibili, come il biometano e l’idrogeno”.

Il ministro Cingolani alla Camera

Un patto per l’idrogeno

Il Governo conferma così la sua idea di un phase out basato non solo sull’auto elettrica, ma anche su quella endotermica alimentata da carburanti alternativi. E poi, evidenzia il ministro, c'è l'idrogeno, “visto come elemento chiave verso una piena decarbonizzazione delle economie”.

Ecco perché, aggiunge, “la presidenza tedesca propone di sottoscrivere e lanciare il G7 Hydrogen Action Pact, un’iniziativa volta ad accelerare e rafforzare l’azione congiunta nel campo dell’idrogeno, nonché a favorire le sinergie e la razionalizzazione delle attività svolte nelle diverse piattaforme multilaterali già esistenti”. L'Italia ribadirà però “la priorità per l’idrogeno verde”.

Basta carbone (e non solo)

Ma saranno tanti gli argomenti del summit berlinese. Si andrà dalla rimozione delle barriere che ostacolano l’espansione delle rinnovabili alla tutela degli oceani e della biodiversità, passando per l’efficienza energetica degli edifici, l’eliminazione dei sussidi alle fonti fossili dal 2025 e il bando al carbone entro il 2030, fino ai finanziamenti "green" alle economie emergenti e in via di sviluppo.

Un punto, quest’ultimo, molto a cuore a Cingolani, che sottolinea come al net zero serva il contributo non solo del G7, ma di tutto il G20 e in generale di ogni Paese tra i grandi emettitori.