Tesla licenzia centinaia di lavoratori del suo team addetto allo sviluppo dell'Autopilot, dopo la chiusura di uno stabilimento in California. A comunicarlo sono fonti interne alla questione, che per privacy preferiscono rimanere anonime.

La maggior parte di questi lavoratori era inquadrata come "pagamento a ore di lavoro", il che parrebbe un controsenso se si considera che appena la settimana scorsa l'amministratore delegato di Tesla, Elon Musk, aveva comunicato di voler tagliare il 10% del personale dipendente per creare nuovi posti di lavoro a ore.

Da un lato riduce, dall'altro cresce

I team di San Mateo erano impiegati nella valutazione dei dati raccolti dai beta-tester per quanto riguarda le funzioni di guida assistita dell'Autopilot, e molti dei membri del personale erano specialisti nell'annotazione dei dati inquadrati come pagamento orario.

In totale sono circa 200 i lavoratori licenziati dallo sfrondamento dei rami secchi dell'azienda, su circa 350 dipendenti presenti nella struttura. Per la maggior parte però si tratta di collaboratori e consulenti, e non di salariati addetti alla produzione - tant'è che lo stesso Musk aveva già anticipato questa distinzione quando annunciò il "taglio del 10%".

Alla richiesta di commenti ufficiali da parte di Tesla sull'accaduto, non è seguita alcuna risposta nell'immediato. Musk ha "colto di sorpresa" i lavoratori a inizio mese quando ha parlato di licenziamenti "necessari in un contesto economico sempre più incerto". In un'intervista a Bloomberg ha chiarito che circa il 10% degli stipendiati perderà il lavoro nei prossimi tre mesi, anche se il complessivo potrebbe aumentare nel corso dell'intero anno.

Ricordiamo però che al contrario la "neonata" Gigafactory di Berlino, in cui viene prodotta la Model Y, è in piena crescita: attualmente offre nuove assunzioni di personale e ha appena aumentato ulteriormente la produzione aggiungendo il terzo turno, quello notturno, il che la rende effettivamente operativa 24 ore su 24.

Al contempo, anche la Gigafactory di Shanghai ha in previsione un aumento della capacità produttiva: si fermerà per le prime due settimane di luglio 2022 così da effettuare lavori di ampliamento industriale e migliorie produttive, per arrivare a 88.000 vetture al mese (contro le 71.000 attuali).

Senza dimenticare che questi licenziamenti potrebbero essere anche una "ricerca di equilibrio" - nel suddetto contesto economico sempre più incerto - da parte di Tesla, che negli ultimi anni ha visto una vera e propria impennata di assunzioni: ormai si contano circa 100.000 dipendenti in tutto il mondo, grazie alla costruzione di nuovi poli industriali ad Austin (Texas, USA) e nella già citata Berlino.