Un progetto all’insegna dell’economia circolare. È quello che Proximus, compagnia di telecomunicazioni belga, sta lanciando nelle Fiandre, con l’obiettivo di estenderlo in tutto il Paese entro i prossimi 5 anni.

L’idea è molto semplice: sfruttare i grigi armadi stradali del telefono che vediamo tutti sulle nostre strade per dare vita a nuove colonnine di ricarica per le auto elettriche. Una soluzione che aiuterebbe tanti automobilisti a fare il pieno di energia limitando i lavori di scavo: si utilizza l’infrastruttura esistente, già attraversata dall’elettricità e che, nel frattempo, viene sostanzialmente svuotata grazie all'utilizzo sempre più pervasivo della fibra ottica per le telecomunicazioni.

Modello vincente

I primi esperimenti sono partiti a Mechelen a fine 2021, dove l’azienda ha installato 7 stazioni con 2 stalli ciascuna. Ma ora Proximus pensa più in grande e vuole portare il modello in altre città, di cui 3 già per quest’anno. Si parte da Oudenaarde, dove sorgeranno 5 strutture. Alla fine del 2022, le installazioni dovrebbero essere 25.

Entro il 2028 saranno invece 15.000 i punti di ricarica creati in questo modo, che aiuteranno le Fiandre a raggiungere il target di 100.000 stalli nel 2030. È perciò in preparazione la cartografia degli armadi compatibili, che sembrano essere tanti. Proximus cerca contemporaneamente un partner che l’aiuti a compiere questa rivoluzione. Le trattative sono in fase avanzata e potrebbero chiudersi entro fine estate.

Colonnine per tutti

Esulta Lydia Peeters, ministra fiamminga della Mobilità, che ricorda come iniziative simili siano già avviate nel Regno Unito e in Germania. A Berlino, per esempio, Ubitricity – società controllata dal gruppo Shell – sta portando il suo concetto di retrofit, che prevede la trasformazione dei lampioni stradali in colonnine per auto elettriche.

E non finisce qui, perché Proximus vuole partire alla conquista dei parcheggi, installando punti di ricarica per aziende, ospedali, centri sportivi e culturali e tanti altri luoghi. Così “può dare un grande contributo per affrontare la carenza infrastrutture”, come spiega il ceo Guillaume Boutin.