Stellantis punta su Mirafiori. Parola di Carlos Tavares, che nell’incontro odierno con la stampa a Torino ha voluto rimarcare il ruolo centrale dello stabilimento nella strategia Dare Forward 2030, con cui il gruppo vuole un ruolo da protagonista nella transizione energetica.
Mirafiori, dove nasce già la Fiat 500 elettrica, ospiterà infatti anche le nuove linee di produzione della trasmissione eDCT, il cambio doppia frizione per i modelli full hybrid e plug-in hybrid del gruppo. Non solo, perché sempre nello storico complesso torinese sorgerà anche l’hub per l’economia circolare che lavorerà proprio per massimizzare l’efficienza e ridurre gli sprechi in ogni settore dell’attività.
Nel suo intervento da Mirafiori, il ceo di Stellantis ha poi fatto il punto sullo scenario industriale globale, parlando di opportunità e di insidie legate alla fase di cambiamento che sta affrontando il mondo dell’auto.
Come cambia il modo di fare auto
Partiamo da un particolare per poi allargare il discorso. Dai cambi a doppia frizione. A Mirafiori saranno prodotti a partire dal 2024 tramite la joint venture tra Stellantis e Punch Powertrain (la società si chiama e-Trasmissions Assembly). “I processi adottati qui a Torino – ha detto Tavares – prenderanno spunto da quelli con cui già produciamo questo tipo di trasmissioni in Francia, nella fabbrica di Metz. Ma da qui a quando saranno operativi, sicuramente saranno più efficienti di quelli attuali”.
L’efficienza è un chiodo fisso per Tavares: “Quando due anni fa abbiamo iniziato a ridurre le aree di lavoro all’interno degli stabilimenti mi sentivo dire che la mossa era sbagliata. Ma la modernizzazione dei processi ha questa conseguenza. È una cosa naturale. E ora, la logica che ci ha portato a compiere certe scelte è stata capita. Lavorando in aree meno dispersive miglioriamo la logistica, la velocità e anche l’attività di controllo della qualità. Inoltre, ottimizziamo i consumi energetici, che in questo periodo rappresentano una voce critica di spesa”.
“A Mirafiori ci sono spazi da riempire - ha insistito il numero uno Stellantis - il complesso può intensificare le attività esistenti e ospitare nuove strutture. Parlando della Fiat 500e, ad esempio, nel 2021 ne abbiamo prodotte circa 45.000 ma se non ci fossero gli attuali colli di bottiglia su componenti e semiconduttori, potremmo arrivare tranquillamente a 90.000. L’impianto ha un grosso potenziale. E parlando di aree da riutilizzare, abbiamo intenzione di sfruttarle per iniziative come quella dei cambi o con la creazione di nuove divisioni, come quella che si occupa di economia circolare”.

La regola delle quattro "R"
Stellantis, a Mirafiori, ospiterà infatti il Circular Economy Hub, che sarà inaugurato nel corso del prossimo anno e che diventerà una delle sette unità organizzative strategiche per l’attuazione del piano Dare Forward 2030.
L’attività del gruppo sarà quella di ottimizzare ogni processo all’insegna della riduzione degli sprechi e del riutilizzo dei materiali. La strategia, che da sola genererà un fatturato di oltre 2 miliardi di euro nel 2030, si basa sulla regola delle quattro "R":
- Riparazione
- Riutilizzo
- Rigenerazione
- Riciclo
La Cina sta arrivando
Tavares, nel suo intervento, ha parlato anche di Cina. Non tanto delle recenti frizioni che hanno spinto il gruppo a rivedere i propri piani espansionistici nel Paese del Dragone, quanto del fatto che sempre più Case nate all’ombra della Grande Muraglia si stiano affacciando con decisione sui mercati europei.

“Le Case cinesi si presentano sui nostri mercati con auto elettriche dal prezzo competitivo – ha detto Tavares –. E questo è un bene per gli automobilisti, che hanno maggiore scelta e la possibilità di passare all’elettrico con più facilità. Ma non va bene per i costruttori europei, perché per noi è difficile riuscire a raggiungere le stesse soglie di prezzo. Come possiamo fare? Lavorando sull’efficienza dei nostri processi per arrivare a far costare meno le nostre auto elettriche”.
“Le zero emissioni – ha aggiunto il top manager – devono diventare alla portata di tutti. Per ora però, in questo momento storico, noi dobbiamo offrire anche auto dotate di diversi tipi di ibridazione, che possono essere acquistate da tutti e contribuire al rinnovamento del parco circolante, con enormi benefici sul fronte delle emissioni. Pensate, in Italia l’età media delle auto compatte è di 12 anni. Le emissioni medie di vetture costruite tra i 12 e i 15 anni fa confrontata con quella di una moderna mild hybrid sono superiori del 50%”.
L’agenda Tavares
Ma quando saremo pronti per la mobilità interamente elettrica? Tavares ha una sua "agenda". "La transizione ha bisogno di essere attuata per priorità – ha spiegato –. Per prima cosa ci si deve muovere per avere una rete elettrica alimentata da fonti rinnovabili. E per questo ci vorranno almeno 20 anni. Poi si deve costruire una rete di ricarica adeguata, e sarà pronta tra 10 anni, poi, al terzo punto, dovranno esserci ‘mobility devices’ capaci di rispondere a tutte le esigenze, e queste arriveranno non prima di 5-7 anni".

“Come vedete, noi siamo partiti al contrario. Essendo costruttori di auto non potevamo che partire da lì. Però ci muoviamo anche sugli altri fronti, su quello dell’infrastruttura e su quello dell’energia. A questo proposito, stiamo accelerando per cercare di essere meno dipendenti dai costi energetici che in questo periodo stanno salendo alle stelle, andando a danneggiare in primis l’industria. Non sappiamo ancora se ci lanceremo nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in prima persona o se lavoreremo in partnership con altri soggetti. Ci sono trattative in corso e avremo un piano preciso nelle prossime settimane”.