"Un cliente medio percorre 40 chilometri al giorno, quindi perché è necessaria un'autonomia di 500 chilometri?". Con queste parole Thomas Schmall, CEO della divisione componenti di Volkswagen, è intervenuto martedì 13 dicembre in occasione della call di presentazione del progetto Ewiva lanciato in collaborazione con Enel X.

Un ragionamento che di base non fa una grinza e che il manager tedesco giustifica anche con un tema di stretta attualità: i prezzi sempre più alti di nichel e cobalto, elementi fondamentali per le batterie per le auto elettriche.

Meno efficienza, meno costi

Proprio per questo motivo il colosso tedesco sta studiando delle chimiche alternative per le batterie, con vari pro e contro. Da una parte i prezzi calerebbero sensibilmente, dall'altra l'efficienza potrebbe calare ma, come detto all'inizio, su una percorrenza media di 40 km al giorno 500 km di autonomia sono "troppi". Almeno per chi l'auto la usa per il percorso casa - lavoro.

Nuovi accumulatori che potrebbero arrivare verso il 2026, magari solo sui modelli più piccoli, lasciando a SUV e berline di grandi dimensioni - dove i margini sono più ampi - batterie più grandi e costose.

Prezzi pazzi 

Come ben sappiamo però quello dei prezzi in costante aumento non è un tema che riguarda unicamente i vari elementi necessari per assemblare le batterie. Anche quelli dell'energia hanno colpito duramente il mercato, con ripercussioni sulle vendite di auto elettriche. Almeno in Europa.

Come evidenziato da Schmall infatti in Europa la domanda di modelli emissioni zero è rallentata negli ultimi mesi, anche se se è stata controbilanciata dalla crescita del mercato statunitense. Una crescita maggiore del previsto che ha negli incentivi (il tanto discusso Inflation Reduction Act) la sua spinta maggiore.

Guardando al Gruppo Volkswagen le auto elettriche hanno raggiunto una quota del 6,8 delle vendite totali nel terzo trimestre del 2022, raggiungendo le 366.400 unità.