Prometteva di essere uno degli impianti per batterie più grandi d’Europa, ma ora la Gigafactory di Italvolt nell’ex Olivetti rischia di rimanere sulla carta. A lanciare l’allarme è lo stesso ceo dell’azienda, Lars Carlstrom, parlando con diversi organi di stampa.
Ma cosa sta succedendo? Il problema è molto “semplice”: pare che l’area su cui dovrebbe sorgere lo stabilimento abbia dei problemi di connessione alla rete elettrica. La fabbrica, invece, funzionerebbe solo con una quantità di energia enorme, pari all’1% di tutto il consumo in Italia.
A caccia di alternative
Per risolvere si potrebbe potenziare la rete, ma i lavori durerebbero almeno quattro anni. Troppi per partire con la produzione nel 2025. Perciò Italvolt non ha rinnovato l’accordo di prelazione per l’acquisizione del terreno che era stato firmato con il fondo immobiliare Prelios.
Batterie Volkswagen
Quindi adesso che si fa? Carlstrom fa sapere che non vuole arrendersi e sta cercando altre location per ospitare la Gigafactory. La nuova casa dovrebbe essere sempre in Piemonte. Intanto, però, va in standy il piano da 45 GWh di batterie sostenibili, sufficienti ad alimentare 550.000 auto elettriche all’anno. Fra gli accumulatori, dovevano esserci le XFC di StoreDot.
Imputate le prime rilevazioni
Piuttosto vien da chiedersi: com’è possibile che l’azienda si sia accorta solo ora di questo problema? Interrogata da Milano Finanza, Italvolt risponde che il problema “non era visibile nella prima serie di rilevazioni che Terna ha condiviso a fine 2022: le prime indicazioni mostravano che si poteva disporre di energia sufficiente per un massimo di 2 linee su 6”.
In sintesi, il progetto non è ancora accantonato, ma solo sospeso. Non sappiamo se – ed eventualmente quando – l’azienda troverà una nuova casa. Per ora restano i 10 milioni di euro già spesi a Scarmagno, nel torinese. Anche se sembrano poca cosa rispetto all’investimento totale da 4 miliardi di euro.
Fonte: Milano Finanza