L’Inflation Reduction Act (Ira) colpisce ancora. Questa volta è Audi a fare un pensierino su una seconda casa Oltreoceano. A dirlo è il ceo Markus Duesmann, durante un’intervista al Frankfurter Allgemeine Zeitung, ripresa da varie testate internazionali, compresa la Reuters.
Stando alle parole del numero 1 tedesco, il brand di lusso vorrebbe costruire un impianto negli Stati Uniti per accaparrarsi una fetta della ricca torta sfornata dal presidente Joe Biden, con incentivi a produzione e acquisto di auto elettriche “made in USA”.
Bonus che fanno gola
La decisione non è definitiva, ma la tentazione sembra forte. Resta da capire se l’eventuale stabilimento sarebbe dedicato a vetture del solo marchio premium o anche ad altri veicoli del Gruppo Volkswagen: “Entrambe le ipotesi sono possibili – dichiara Duesmann –. Ma la probabilità che lo facciamo all’interno del Gruppo è alta”.
Volkswagen vanta già un impianto in terra statunitense: si trova a Chattanooga e dà alla luce il Suv ID.4, con un target produttivo di 90.000 auto all’anno entro fine 2023. Il Gruppo sta anche potenziando gli stabilimenti messicani di Puebla e Silao, dedicati a vetture, motori e altri componenti. Dal canto suo, Audi gestisce un impianto in Messico, dove vede la luce la Q5.
Montaggio della Volkswagen ID.4 a Chattanooga, Tennessee
Si muove l’Ue
Comunque vada a finire, siamo di fronte dell’ennesimo campanello d’allarme per l’Europa dell’auto elettrica e della transizione. Ecco perché Valdis Dombrovskis scende ancora in campo contro il protezionismo a stelle e strisce.
Il vicepresidente della Commissione europea volerà infatti a Washington DC per confrontarsi con gli alleati americani e trovare una quadra: “Gli Stati Uniti sono disponibili a trattarci come un Paese con un accordo di libero scambio”, spiega il commissario Ue, che punta a una delle condizioni per accedere ai bonus americani, cioè essere partner internazionali.
C’è poi attesa per i risultati della trattativa nella task force USA-Ue: “Risolverà alcuni problemi con l’Ira, ma non tutti”, avvisa Dombrovskis. Dunque l’Europa non sta alla finestra. Anzi, prepara la risposta con il Green Deal Industrial Plan. Ma bisogna correre, ora più che mai.
Fonte: Reuters (Audi), Reuters (Ue)