Pericolo scampato? Non ancora, ma qualcosa si muove. Le colonnine del Pnrr sono forse in rotta verso un porto sicuro. Merito del confronto fra tecnici del Governo e operatori del settore, finito con l’impegno dell’Esecutivo a sciogliere i nodi emersi nelle ultime settimane. Ma cosa sta succedendo? Rivediamo la faccenda con ordine.
Piccolo recap
Sono 21.255 i punti di ricarica che nasceranno in Italia grazie ai fondi Ue, di cui 13.755 in città e 7.500 nelle strade extraurbane (ma non sulle autostrade). Per raggiungere questi obiettivi, il Governo ha messo sul piatto 713 milioni di euro che le imprese possono aggiudicarsi partecipando ai bandi emanati dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (Mase).
Allora quali sono i problemi? Prima di tutti i tempi dati alle aziende per presentare i progetti, di appena 28 giorni. Ma non solo, perché l’associazione Motus-E aveva denunciato anche “la poca chiarezza delle definizioni usate nei decreti e l’ampiezza degli ambiti di gara”.

Auto elettrica in carica a una colonnina
Un bene per tutti
Come risolvere? Manca la risposta definitiva, ma Motus-E e il ministero fanno sapere che lo stesso Mase si è impegnato a rivedere i punti più spinosi. La promessa arriva durante un webinar col Gestore dei servizi energetici (Gse) e oltre 200 partecipanti di circa 40 player.
“Numerose le richieste di approfondimento da parte degli operatori di settore alle quali il Mase, con il supporto del Gse, fornirà riscontro nei prossimi giorni attraverso i propri canali”, si legge in una nota del ministero.
Tra i temi più richiesti: gli iter autorizzativi che possono essere perfezionati anche successivamente alla pubblicazione della graduatoria e la possibilità di modificare il piano di installazione nel rispetto dei requisiti originari che hanno portato all’aggiudicazione dell’ambito di gara”.
Esulta quindi Francesco Naso, segretario generale di Motus-E: “Un esempio di come affrontare in modo serio e proficuo la grande sfida della messa a terra dei fondi Pnrr”.
“In questo modo, si garantirà, da un lato, un servizio ai cittadini ogni giorno migliore e, dall’altro, si potrà anche alimentare lo sviluppo manifatturiero e occupazionale connesso alle nuove filiere dell’ecosistema della mobilità elettrica”.
Fonte: Mase