L’Italia della transizione viaggia a due velocità. Se, da un lato, la Penisola si piazza dietro agli altri grandi mercati europei nella corsa all’auto elettrica, dall’altro, il Belpaese registra numeri tra i più alti in Europa, quando si parla di crescita delle rinnovabili.

A certificare il successo tricolore è il rapporto Ispra 2023, intitolato “Efficiency and decarbonization indicators in Italy and in the biggest European countries”, che analizza il mercato energetico del Vecchio Continente nel periodo 2005-2021.

Al secondo posto

Il primo risultato che balza agli occhi vede protagonista l’uso delle rinnovabili fra le varie fonti di energia, dove l’Italia si piazza al secondo posto in Europa, dietro solo alla Svezia. “La quota nazionale di energia rinnovabile rispetto al consumo interno lordo – si legge tra la pagine – è pari a 19,4% nel 2021, mentre la media Europea è pari a 17,7%”.

Uso delle rinnovabili nel 2021

  • Italia: 19,4%
  • Media Ue: 17,7%
Foto - Fonti di energia rinnovabile (eolico e solare)

Una serie di pannelli fotovoltaici

Giù le emissioni

Ma non solo, perché alla fine dei 17 anni analizzati “diminuiscono le emissioni di gas serra per unità di energia consumata in tutti i principali settori produttivi: da un -6,6% per l’agricoltura a -14,1% per l’industria”.

In più, “l’intensità energetica, espressa in termini di consumo interno lordo di energia per unità di Pil, è tra le più basse nei principali Paesi europei”, con “91,5 tonnellate equivalenti petrolio (tep), contro 107,4 tep” degli altri 27 Stati membri dell’Ue.

Più efficienza

“Anche l’efficienza complessiva del sistema energetico – continua poi il report – è al di sopra della media europea: nel 2021, l’energia disponibile per i consumi finali nazionali costituisce il 77,5% del consumo interno lordo di energia, contro il 72,7% della media dei Paesi Ue, mostrando quindi una elevata efficienza di trasformazione energetica”.

“Ottimi risultati per l’industria italiana: il consumo di energia finale e le emissioni di gas serra per unità di ricchezza prodotta dal settore collocano l’Italia tra i Paesi con i valori più bassi dei 27 Stati europei (242 tCO2/M€ a fronte di una media Ue28 di 275 tCO2/M€). Diversa, invece, la situazione del settore terziario, dove si registrano emissioni per unità di valore aggiunto pari a 24 tCO2eq/M€ contro le 16 tCO2eq/M€ della media Ue”.