"Se tutti guidassimo auto elettriche, non avremmo nemmeno potuto inviare i soccorsi". Fra i tanti commenti che seguono la cronaca della catastrofe in Emilia Romagna, questa è una delle affermazioni più ricorrenti alle immagini di auto sommerse pubblicate sui social.

Affermazione che è stata, tra l'altro, rilanciata da articoli di giornale come quello apparso su La Verità, che titola "L'alluvione spazza via l'utopia dell'elettrico".

Ma davvero la mobilità elettrica sarebbe "insostenibile" in caso di alluvione? Facciamo un po’ di chiarezza, sia per rispondere ai dubbi (legittimi) di molti italiani, sia per scoprire cosa c’è di vero in certe dichiarazioni, facendo sempre un confronto con le vetture endotermiche.

Auto elettrica contro acqua

Prima di tutto, sgombriamo il campo da una delle dicerie più diffuse sulla presunta incompatibilità fra le auto elettriche e l'acqua: i veicoli a zero emissioni non sono pericolosi quando affrontano alcuni allagamenti.

In questi casi, il rischio di rimanere folgorati a causa dell'elettricità non sussiste, perché i pacchi batteria sono progettati per essere isolati e, a maggior ragione in caso di contatto con l'acqua, staccano l'alta tensione.

L'isolamento è tale che in rete circolano numerosi video dove si assiste a vere e proprie challenge di immersione di auto elettriche in pozze d'acqua più o meno profonde. La pratica è ovviamente impropria e altamente sconsigliata, ma dimostra per assurdo il livello i sicurezza dei powertrain elettrici.

La Nissan Leaf di Ravenna

Il discorso cambia di fronte a situazioni estreme come quella in Emilia-Romagna e, più nello specifico, a Ravenna, dove una Nissan Leaf ha preso fuoco a seguito di un'immersione durata "uno o più giorni", come testimoniato dal concessionario proprietario della vettura. Episodio che ha indotto il Comune a disporre una quarantena di 15 giorni per le auto elettriche e ibride alluvionate.

Si tratta però di un caso limite, perché parliamo di una vettura rimasta sott'acqua oltre il tempo sopportato dalle varie misure di sicurezza. Bisogna poi considerare che la Leaf potrebbe essere stata danneggiata dalla stessa alluvione, facendo perdere parte dell'isolamento al pacco batteria. Per maggiori dettagli, potete leggere il nostro approfondimento.

Foto - L'incendio dell'auto elettrica a Ravenna

La Nissan Leaf che ha preso fuoco a Ravenna

Le auto a benzina non sono impermeabili

D'altro canto è bene ricordare che un'auto benzina (o diesel), se entra acqua nel motore (o nell'elettronica che lo governa), si spegne. E le infiltrazioni possono provocare danni importanti, fino al cosiddetto “blocco idrostatico” (dall'inglese hydrolock).

Significa che il propulsore smette di funzionare, perché l’acqua occupa lo spazio riservato a carburante e aria, dove avviene la compressione. In questo processo si possono rompere diversi componenti meccanici e l’auto si arresta di colpo.

La questione mezzi di soccorso elettrici

C'è poi l'osservazione sui mezzi di soccorso che, secondo molti commentatori, se fossero stati elettrici sarebbero inutilizzabili. Rispondiamo con una riflessione di buon senso: per situazioni estreme servono mezzi di soccorso speciali, nel caso specifico anfibi o comunque con spiccate capacità di guado. Dunque è tutta una questione di specifiche tecniche: il giorno in cui le nostre forze di pronto intervento si doteranno di mezzi di soccorso elettrici, l'equipaggiamento sarà adeguato di conseguenza.

Quando la catastrofe assume un'estensione importante, il problema riguarda semmai la ricarica. Se non c'è corrente elettrica, le colonnine non funzionano, così come non funzionano le pompe di benzina. La differenza è che con un'auto termica basta una tanica per rifornirsi di benzina o gasolio (laddove il carburante sia disponibile), mentre per i veicoli elettrici servono sistemi di accumulo portatili che sono più pesanti, costosi e complicati da trasportare.

Le soluzioni arriveranno con l'evoluzione tecnologica e la diffusione di mezzi di soccorso dotati di accumulatori d'emergenza per la ricarica, che di fatto esistono già come servizio di soccorso a pagamento per gli automobilisti rimasti senza energia.

E-GAP, il servizio di

Un esempio di accumulatore mobile per la ricarica di auto elettriche quando non c'è elettricità

Le colonnine in caso di alluvione

Spostando l’attenzione sulle colonnine, c'è anche chi teme cortocircuiti causati dal contatto con l’acqua. I punti di ricarica sono però messi in sicurezza da una serie di sistemi protettivi, che agiscono in combinazione con quelli dell'automobile stessa. I cablaggi sono tutti isolati e le colonnine sono dotate di interruttori differenziali.

Ovviamente, quando si gestisce dell'energia, il rischio zero non esiste, come non esiste per nessun sistema di rifornimento: una stazione di servizio tradizionale, in condizioni limite, può andare a fuoco o, peggio, esplodere.

Foto - Auto elettriche e alluvione in Emilia-Romagna

Le immagini che arrivano dall’Emilia-Romagna

Foto - Auto elettriche e alluvione in Emilia-Romagna

Una strada distrutta dalle piogge forti

Ricordiamoci che cos'è una "transizione"

Per tirare le somme, l'elettrificazione della mobilità porta sicuramente tante incognite, complessità e sfide tecnologiche da affrontare. Ci vorranno anni. Anzi, oltre un decennio. Per questo si parla di "transizione", che per definizione non è immediata.

Trarre conclusioni sulla base di scenari immaginari, in cui "tutti guidiamo un'auto elettrica da domani mattina", non è solo irrealistico, ma anche fuorviante per fare qualsiasi ragionamento. E se non si ragiona, non si arriva lontano. Con o senza auto elettrica.