Quando si parla di materie prime legate all’auto elettrica, di solito il pensiero va a litio, cobalto o terre rare usate nei motori. Ma c’è un materiale chiave sul quale forse, fino a oggi, è stata posta poca attenzione e che potrebbe venire alla ribalta per i problemi al comparto.

Si tratta della grafite, che è strettamente necessaria per la produzione di batterie, tanto che in un’auto elettrica, in base alle dimensioni dell’accumulatore, se ne trovano tra i 50 e i 100 kg. Ma perché adesso ci sono preoccupazioni riguardo a questa materia?

Una domanda in crescita

Il fatto è che, secondo recenti studi, tra cui quello di Project Blue, il 2023 sarà il primo anno in cui la produzione di batterie per auto elettriche convoglierà verso di sé più della metà del totale della grafite prodotta nel mondo. Finora l'uso della grafite è stato legato prevalentemente all'industria siderurgica. Ma le vendite di veicoli elettrici dovrebbero più che triplicare tra il 2022 e il 2030, raggiungendo i 35 milioni di auto all’anno, in base alle previsioni di BMO Capital Markets.

Più auto elettriche, quindi, significa più batterie. E più batterie significa una maggiore richiesta di grafite. Ma qui sorgono i problemi. Alcuni legati alle quantità che si possono trovare sul mercato, altri legati alla loro provenienza.

Foto - La gigafactory Volkswagen per batterie a Salzgitter

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La posizione dominante della Cina

La carenza di grafite è destinata ad aumentare nei prossimi anni, con un deficit di fornitura globale di 777.000 tonnellate entro il 2030, stando alle proiezioni di Project Blue. Per soddisfare la domanda, entro il 2030 saranno necessari circa 12 miliardi di dollari di investimenti in grafite e 97 nuove miniere entro il 2035, come ha dichiarato Benchmark Mineral Intelligence (BMI) in un rapporto.

Sempre secondo BMI, la Cina produce attualmente il 61% della grafite naturale globale e il 98% del materiale lavorato finale per la produzione di anodi per batterie. Le cose miglioreranno, ma lentamente. Entro il 2032 la Cina controllerà ancora il 79% della produzione di un tipo di grafite lavorata - la grafite purificata sferoidale non rivestita - rispetto al 100% del 2022. Di fronte a quella che pare una vera e propria egemonia, cosa stanno facendo le Case per provare a ridurre almeno in parte la loro dipendenza?

Il nuovo servizio di analisi e riparazione di batterie per auto elettriche di Porsche

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Cercare altrove

In molte si stanno rivolgendo a Paesi come il Madagascar o il Mozambico, ma è un mercato tutto da costruire. E alle difficoltà oggettive si sommano quelle legislative. USA ed Europa, infatti, stanno lavorando anche a livello normativo per ridurre la dipendenza dalla Cina. Ma devono dare il tempo alle aziende di organizzarsi.

"Le case automobilistiche si trovano in vera e propria difficoltà perché non ci sono stati investimenti nella grafite occidentale", ha dichiarato Mark Thompson, fondatore e amministratore delegato dell'australiana Talga Group, che prevede di avviare la produzione di questo materiale in Svezia a partire dall'anno prossimo.

Thompson ha inoltre dichiarato che il gruppo Talga ha già firmato accordi non vincolanti con produttori europei legati a Mercedes, Stellantis e Renault e sta cercando di rifornire case automobilistiche come Tesla, Toyota e Ford, nonché produttori di batterie come la svedese Northvolt. Per quanto riguarda gli impianti di lavorazione, Syrah ne sta costruendo uno negli Stati Uniti, uno dei pochi in costruzione al di fuori della Cina in grado di trasformare la grafite per l'uso delle batterie, mentre NextSource ne starebbe invece costruendo uno alle Mauritius.

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