Di sistemi di accumulo si sente parlare sempre più spesso. Ma quelli presentati dal professor Jimmy Jiang e dal suo team di ricercatori dell’Università di Cincinnati hanno un ché di rivoluzionario. Cosa? Sono fatti con batterie a flusso, simili a quelle di servizio da 12 volt che si trovano su tutte le auto e che servono per alimentare l’impianto elettrico. Sono anche piccole ed economiche.

Fino a oggi, insomma, quando si è parlato di sistemi di accumulo, ci si è riferiti a batterie agli ioni di litio o batterie con tecnologie diverse che però avevano tutte dimensioni e costi non indifferenti. Qui è tutto diverso.

Più energia meno costi

Le batterie a flusso, come quelle a 12 volt delle auto, contengono una miscela di acido solforico e acqua. Sono poco costose, ma hanno anche prestazioni modeste, che le rendono poco adatte alla creazione di impianti stazionari. Jang ha spiegato: “L’acqua ha un limite di voltaggio: se si supera un valore di 1,5 volt, può scomporsi in idrogeno e ossigeno, creando una miscela esplosiva”.

I ricercatori statunitensi, però, sono riusciti ad aggirare questo limite creando una batteria senza acqua che genera quasi 4 volt di energia. Come se non bastasse, questa batteria non è dotata di membrana, che è una delle parti più costose e che può incidere anche per il 30% del costo totale.

I sistemi di accumulo di energia realizzati con le batterie degli autobus elettrici Mercedes eCitaro

Un sistema di accumulo realizzato con batterie agli ioni di litio delle auto

“Abbiamo sviluppato un nuovo tipo di materiale per l’immagazzinamento dell’energia che migliora le prestazioni e riduce i costi. Questa tecnologia può davvero cambiare le cose e aprire nuovi scenari. Infatti, abbiamo già depositato i brevetti”. Brevetti che devono ancora essere accettati, a onor di cronaca, ma che non sembrano non cambiare la sostanza.

Una batteria in ogni casa

“Il fatto è che, con questa scoperta, anche una batteria di piccole dimensioni può dare il proprio contributo come sistema di accumulo – ha affermato Rabin Siwakoti, coatuore dello studio, che è stato pubblicato sulla rivista Nature Communications –. C’è ancora molta strada da fare, ma abbiamo anche enormi margini di miglioramento”.

“Con la crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili, avere sistemi economici e di piccole dimensioni per immagazzinare energia è fondamentale – ha aggiunto Jiang –. Immagino un futuro in cui in ogni abitazione ci sia una batteria così”.

La domanda sorge spontanea: se per i sistemi di accumulo si possono usare batterie simili a quelle a 12 volt attualmente presenti nelle auto, sarà possibile un giorno convertire quelle giunte a fine vita, o si dovranno produrre accumulatori appositi destinati ai sistemi stazionari sin dall’origine? È ancora presto per dirlo.