La Cina è leader nella produzione di batterie e lo deve principalmente al fatto che negli anni passati si è costruita una rete di fornitura di materie prime e semilavorati che le hanno permesso di costruire un comparto industriale a dir poco strutturato.
Uno degli “ingredienti” fondamentali su cui si basa questo vantaggio rispetto agli Stati Uniti e all'Europa è rappresentato dalla grafite, che serve negli anodi. Ma qualcosa potrebbe presto cambiare.
Un mercato in forte espansione
Il fatto è che al mondo esiste anche la grafite sintetica, elemento a base di carbonio sviluppato alla fine del XIX secolo ma che fino a pochi anni fa ha avuto impieghi in ambiti diversi da quelli dell’auto elettrica. Con i progressi tecnologici in atto, il suo utilizzo sta crescendo rapidamente, tanto che entro il 2025 il 65% degli anodi delle batterie agli ioni di litio potrebbe essere realizzato proprio con questo materiale. Almeno, queste sono le stime di Benchmark Mineral Intelligence.
Mordor Intelligence, altra società di analisi, afferma anche che nei prossimi cinque anni il mercato della grafite sintetica crescerà globalmente del 40% fino ad arrivare a valere 4,2 miliardi di dollari nel 2028.

Una batteria di CATL, principale produttore al mondo
Rompere gli equilibri
Facciamo un passo indietro. Una batteria per auto elettrica contiene una quantità di grafite che va dai 50 ai 100 kg. Si tratta del doppio del litio presente in ogni accumulatore. Oltre il 90% della grafite naturale estratta nel mondo viene raffinata in Cina, che per forza di cose ha quindi un vantaggio nella produzione di batterie.
Ci sono aziende che hanno sede nel Paese del Dragone che stanno crescendo a ritmi vertiginosi cavalcando proprio la sempre maggiore richiesta di grafite da parte dei produttori di batterie agli ioni di litio. Ma c’è anche chi investe nella grafite sintetica, che è ormai considerata una valida alternativa. Ed è proprio qui che si vogliono inserire le aziende occidentali, per cercare di rompere un equilibrio che sembra destinato a perdurare. Le cose cambieranno davvero?

Il nuovo impianto Mercedes-Benz di Bibb, in Alabama, per la produzione di batterie
Meglio gli USA dell'Europa
Negli USA, grazie anche all’Inflaction Raduction Act, è più conveniente costruire un impianto per la produzione di grafite sintetica che una miniera per estrarre grafite naturale. Per questo ci sono molte aziende che si stanno cimentando in questo settore. Oltretutto, con metodi che hanno emissioni di CO2 ridotte anche del 90% rispetto alle aziende che raffinano grafite in Cina.
A questo si aggiunge il fatto che la grafite sintetica è più pura e ha quindi prestazioni più elevate. Sì, ma il prezzo? Il divario si è abbassato di molto e la grafite sintetica ora costa circa il 10% in più di quella naturale. Se si pensa che ha prestazioni migliori, quindi, è competitiva. Certo, per cambiare gli equilibri, come detto, servirà tempo.
“La verità è che la Cina sarà il più grande produttore di grafite per i prossimi 10 o 20 anni – ha affermato Chris Burns, amministratore delegato di Novonix, società australiana che fornisce materiali per batterie e che opera anche negli USA –. E anche l’equilibrio tra domanda e offerta penderà ancora verso la Cina anche oltre questo decennio”.
Però, viene anche da dire, da qualche parte si dovrà pure iniziare. E se gli USA sembrano avere intenzioni serie per crescere in questo campo, l’Europa, invece, non sta investendo con altrettanta convinzione. In Norvegia, però, c’è Vianode, fondata nel 2020 e attualmente in espansione. Speriamo possa fungere da esempio.