L'anno della svolta per l'energia eolica nel mondo potrebbe essere il 2024. O forse no. Diversi Paesi, infatti, hanno annunciato negli ultimi mesi molti nuovi piani per la costruzione delle cosiddette Wind Farm (sia offshore che sulla terraferma), con l'obietto di generare una quantità sufficiente di energia elettrica pulita per rispettare gli accordi sul clima.
Ma il settore dell'eolico ha un grande problema: la redditività. La costrizione e l'installazione delle turbine, infatti, ha un costo non indifferente, a cui si sommano le difficoltà nel reperire acciaio di sufficiente qualità e le difficili condizioni meteo a cui gli impianti sono spesso sottoposti, che causano danni ingenti. Analizziamo quindi la situazione attuale nel settore.
- Impianti eolici: dove e come
- Impianti eolici: perché la redditività è bassa
- Impianti eolici: la corsa alle turbine più potenti
Impianti eolici: dove e come
Per capire bene la questione, ricordiamo prima di tutto alcuni impianti già in programma per i prossimi mesi. Quando si parla di rinnovabili in generale, uno dei Paesi europei che più ha deciso di spingere in queste nuove tecnologie è sicuramente la Francia.
La Commissione europea, nelle ultime settimane di novembre, ha dato il via libera all'Eliseo per avviare i lavori di costruzione di due parchi eolici offshore galleggianti (quindi con turbine non ancorate al fondo del mare) nel Golfo del Leone.
Il progetto ha un valore complessivo di 4,1 miliardi di euro, da assegnare attraverso una gara d'appalto che il Governo francese dovrebbe avviare agli inizi del prossimo anno. I due parchi saranno tra i primi progetti commerciali di questo tipo in Francia e, una volta terminati e messi a regime, dovrebbero avere una capacità produttiva di 280 MW.
Contemporaneamente, dall'altra parte del Canale della Manica e in base a quanto dichiarato dal numero uno della divisione eolica di Vattenfall a Reuters, anche il Governo britannico dovrebbe avviare una gara d'appalto nel 2024 per la costruzione di nuovi impianti eolici con una capacità produttiva di 10 GW.
Un parco eolico offshore galleggiante
Volando poi dall'altra parte del mondo, anche il Governo australiano ha annunciato che, nei primi mesi del 2024, inizierà la costruzione del parco Delburn, il più grande fino a oggi per la Nazione e situato nella Latrobe Valley, nello stato del Victoria.
Il progetto utilizzerà 33 turbine eoliche con una capacità generativa di energia combinata compresa tra 180 e 200 MW, per un costo complessivo stimato in circa 350 milioni di dollari australiani (pari a circa 216 milioni di euro al cambio attuale).
Il parco eolico Hollandse Kust Zuid di Vattenfall
La situazione dell'eolico, però, non è così rosea in tutto il mondo. Al di là infatti di Germania, Svezia, Norvegia e Danimarca, regioni in cui da sempre si effettuano cospicui investimenti nei confronti di questa tecnologia, ci sono alcuni Paesi - anche più grandi - che attualmente si trovano davanti a enormi perplessità, primo fra tutti gli Stati Uniti.
Il primo, vero problema dell'America, infatti, è il costo dei materiali (principalmente acciaio), sensibilmente più elevato che nel resto del mondo, a causa degli alti tassi di inflazione e della bassa reperibilità.
Il think tank American Clean Power, all'interno del proprio report dal titolo Offshore Wind Market Report 2023, ha spiegato che, negli ultimi mesi, i prezzi dell'acciaio in tutto il Nord America hanno iniziato a registrare una lieve flessione negativa rispetto ai picchi verificati durante la Pandemia, ma anche che questi sono rimasti più alti di oltre il 60% rispetto a quelli di gennaio 2019: un aumento considerevole.
Un parco eolico sulla terraferma
In acque non sicure naviga anche la Cina. Le aziende d'Oriente che producono turbine, infatti, stanno attualmente soffrendo molto la concorrenza estera, soprattutto dei leader di mercato tedeschi e danesi (Siemens, Vestas e Vattenfall).
Potremmo riassumere questa situazione come opposta a quella del mercato dell'auto attuale: siamo infatti noi occidentali a esportare verso est una grande quantità di elementi, prodotti con acciai dall'elevata qualità.
E l'Italia? Da sempre ribadiamo che la Penisola ha un potenziale elevato per quanto riguarda l'energia eolica, ancora però poco sfruttato.
Il prossimo nuovo parco di grandi dimensioni dovrebbe sorgere a San Severo, in Puglia, costruito dal gigante tedesco dell'energia RWE AG. L'azienda dovrebbe completarlo entro la fine del 2024, ottenendo una capacità produttiva complessiva di 54 MW, generata grazie all'installazione di 12 turbine con una capacità di 4,5 MW ciascuna. Il costo? Di 92 milioni di euro.
Impianti eolici: perché la redditività è bassa
Come anticipato, l'intero settore dell'energia eolica, oggi più che mai, si trova ad affrontare sfide davvero difficili. La questione è stata analizzata nel dettaglio anche dagli esperti di BloombergNEF, che hanno spiegato che la "crisi" del settore sta riguardando tutto il Pianeta.
Ma quali sono i motivi? Al primo posto in assoluto ci sono le sovvenzioni statali ormai agli sgoccioli - se non addirittura già terminate in diversi casi - per quanto riguarda la produzione e l'installazione degli impianti.
L'eolico, infatti, ha un costo non indifferente, sia per quanto riguarda la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie, sia per quanto riguarda la vera e propria produzione dei sistemi, che richiede, come già anticipato, un largo uso di acciaio ad alta resistenza, che a sua volta deve essere necessariamente di elevatissima qualità.
Xinjiang Goldwind Science & Technology Co., il più grande produttore cinese di turbine eoliche, ha affermato in una nota pubblica che il proprio profitto nel terzo trimestre del 2023 è diminuito radicalmente, con un utile netto sceso del 98% a 9,4 milioni di yuan (1,2 milioni di euro).
Siemens RecyclableBlade: pale eoliche realizzate con materiale riciclato
Allo stesso tempo, anche Siemens Energy AG non sta vivendo un periodo facile. L'azienda ha dichiarato di essere in trattativa con il Governo tedesco per ottenere sussidi economici e, contemporaneamente, sta fronteggiando alcuni problemi di qualità riscontrati per quanto riguarda l'acciaio utilizzato.
Restando sempre in Europa, anche Iberdrola e Vattenfall hanno già annunciato di aver rivisto al ribasso i progetti per il prossimo anno, sempre a causa degli elevati costi e del materiale di difficile reperibilità.
Impianti eolici: la corsa alle turbine più potenti
Quando si parla di parchi eolici, infine, una delle domande più frequenti è quella se convenga installare un maggior numero di turbine di minori dimensioni o un minor numero di turbine di maggiori dimensioni.
Chiaramente si tratta di calcoli complessi, che devono essere effettuati da ingegneri specializzati tenendo conto del luogo di installazione dell'impianto, ma anche e soprattutto delle condizioni meteo-marine frequenti in quella determinata zona.
Recentemente, infatti, abbiamo visto sempre più aziende presentare turbine di grandi dimensioni e dalle potenze elevate, molto più costose, sì, ma necessarie proprio a causa dei venti e delle incerte condizioni climatiche che l'intero Pianeta sta già vivendo e continuerà a vivere nei prossimi anni: un elemento più grande per sua natura è più resistente, ma non necessariamente più efficiente.