Alla fine il Battery Day, nonostante la sua portata di novità, ha lasciato scontenti in molti. Non è una provocazione, ma una chiave di lettura sulla reazione degli azionisti e sui commenti degli altri produttori di batterie, che si sono sentiti in un certo senso traditi. O comunque messi un po' in un angolo.
Perché se è vero che Musk ha confermato che continuerà ad acquistare celle dagli attuali fornitori - Panasonic, CATL e LG Chem – è altrettanto vero che ha incentrato il discorso su un nuovo tipo di batteria che produrrà internamente, la 4680, e sulla riorganizzazione delle Gigafactory che renderà gli impianti di molte volte più efficienti.
Integrazione verticale
Insomma, Tesla punta sull’integrazione verticale dei processi, e andrà ad allargarsi sia dell’estrazione delle materie prime, come dimostra la concessione su un terreno di 4.000 ettari in Nevada dal quale preleverà litio a costi ridotti del 33%, sia della produzione delle proprie batterie.
Le 4680, che nascono anche grazie alle competenze di Maxwell (azienda che Tesla ha acquistato a febbraio 2019) sono già in fase di preproduzione e nel 2021 arriveranno a 10 GWh (che è già un volume consistente). Addirittura, secondo le promesse di Musk decuplicherà entro il 2022, arrivando a 100 GWh all’anno. Possibile? Solo il tempo lo saprà dire.
Titoli al ribasso
Per questo Panasonic, CATL e LG Chem non dormono esattamente su sette cuscini. E se da una parte si lasciano andare a dichiarazioni di circostanza, in cui affermano più o meno apertamente di essere tranquilli riguardo alla collaborazione con Tesla, dall’altra stanno già studiando (in realtà lo facevano già prima, ma ora devono accelerare) il modo di rendere le loro batterie più competitive in termini di prestazioni e prezzi proprio per competere con le 4680.
Insomma, se il Battery Day non ha avuto “effetti immediati”, ha comunque tracciato la strada per la mobilità elettrica del futuro, in cui Tesla - rispettando l'ormai noto "metodo Musk" - vuole il ruolo di capofila. Il risultato? L'accelerazione di Musk ha portato ieri i tre competitor a registrare anch'essi una brusca frenata delle quotazioni.
- Panasonic: -4,3%
- CATL: -4,7%
- LG Chem: -5,5%
Il business delle batterie continuerà ad espandersi e a generare guadagni, questo è certo. Adesso bisogna vedere chi, dopo lo strappo di Musk al Battery Day, riuscirà ad emergere e chi, per un motivo o per l’altro, resterà indietro. La Borsa reagirà di conseguenza.