Per dare un’idea di quanto valga il mercato dell’auto elettrica in Cina basta dire che per ogni EV venduta in un gigante come gli Stati Uniti ce ne sono tre e mezzo che trovano nuovi acquirenti all’ombra della Grande Muraglia.
Anche oggi, in periodo post-pandemia, le stime dicono che il mercato cinese raggiungerà i 59 milioni di veicoli elettrici entro il 2030. E l'eMobility nel Paese del Dragone ha un protagonista di cui lo stesso Elon Musk, vero e proprio guru dell'elettrico a livello globale, avrà un gran bisogno.
Il ruolo chiave della Cina
È chiaro che in uno scenario simile Tesla sa bene che deve avere successo in Cina per mantenere una posizione di leadership nel mondo della mobilità elettrica. Per farlo si sta muovendo su vari fronti: dalla realizzazione di un centro di progettazione e sviluppo cinese all’intensificazione della partnership con CATL.
Proprio la collaborazione con la più grande azienda produttrice di batterie al mondo, fresca del lancio della super-batteria da 2 milioni di km, può rappresentare un enorme vantaggio competitivo. Vi spieghiamo perché, ma facciamo prima un passo indietro.

Il boom di CATL
Quella di CATL è una storia di successo. L’azienda, fondata solo 10 anni fa da Zeng Yuqun, è cresciuta enormemente nelle celle agli ioni di litio grazie alle competenze del proprio creatore, un ingegnere oggi 52enne, che in passato aiutò Apple a migliorare le prestazioni delle batterie dei MacBook Air.
Mr. Yuqun, che dall’avere un lavoro normale e una vita normale è passato a un patrimonio di circa 17 miliardi di dollari, non poteva certo passare inosservato ad Elon Musk, colpito da risultati tanto eclatanti. E qui si torna al presente.
Abbassare i costi
Musk e Yuqun si sono quindi incontrati e hanno discusso la possibilità di avviare una collaborazione. La richiesta da Palo Alto era semplice: abbassare con ogni mezzo disponibile i costi delle batterie. La risposta del numero uno di CATL è stata altrettanto chiara: "Noi abbiamo gli strumenti per farlo".
Questo accadeva a febbraio. Adesso la collaborazione è partita a tutti gli effetti e come abbiamo riportato nelle scorse settimane è CATL che fornisce a Tesla - o meglio, per il momento alla Gigafactory di Shangai – le batterie agli ioni di litio che non usano cobalto.
Sono batterie litio-ferro-fosfato (LFP) che proprio per la particolare struttura interna costano circa il 20% in meno di quelle tradizionali nichel-manganese-cobalto (NCM). Questo può portare ad un taglio dei listini della Model 3 Made in China (qui distrutta nei crash test cinesi) di oltre 1.000 euro. E siamo solo all'inizio dello sviluppo.
Il momento giusto
Non poteva esserci momento migliore per avviare la partnership tra Tesla e CATL. Da una parte, la Casa californiana può infatti sfruttare un nuovo, autorevole interlocutore che può intercedere con le autorità cinesi. E questo è sempre stato un punto di forza per Tesla, che è l’unica realtà straniera ad essere riconosciuta a pieno come costruttore di automobili in Cina.
Dall’altra, CATL può godere delle richieste di un cliente molto forte proprio in un momento in cui, a causa del Covid-19, il mercato delle batterie ha subito una contrazione del 30%. Congiunturale, sia chiaro, perché il mercato EV si sta già rimettendo in moto, ma la "prudenza" non è mai troppa.

Opportunità tedesche
Oltretutto, per CATL ci potrebbe essere l’obiettivo di allargare la fornitura di batterie anche al di fuori dei confini cinesi allungando la propria ombra fino alla Gigafactory di Berlino, dove stando alle ultime affermazioni di Musk potrebbe nascere anche la prima auto compatta del marchio.
A questo proposito (sarà un caso?), la scorsa settimana Yuqun ha firmato con le autorità tedesche l'accordo per la realizzazione di un impianto di produzione di batterie e di un centro di ricerca e sviluppo in Turingia, nella Germania centro-orientale.
Cosa succederà da qui in avanti non è ancora noto, ma i mercati credono che questo matrimonio porterà benefici per entrambe le parti.