20.000 punti di ricarica. Questo l'annuncio ufficiale che Tesla ha dato sul proprio canale Twitter quest'oggi. Un annuncio non fine a se stesso, ma che si ricollega ad una chiara strategia legata anche gli sconti per il weekend per ridurre le code.
Insoma, da Palo Alto, dopo una serie di ritardi e contrattempi - alcuni dei quali legati anche a difficoltà di sviluppo sui moderni Supercharger V3 - arriva l'ennesimo chiaro segnale sull’impegno nell’ampliamento della propria infrastruttura.
2.500 stalli in 2 mesi
Per dare una prova di quanto Tesla abbia accelerato in tema di Supercharger basta scorrere i dati: al termine del 2019 la Casa contava 15.000 punti di ricarica divisi in 1.716 stazioni sparse ai quattro angoli del pianeta. A settembre 2020, dopo 9 mesi, la rete era arrivata a 17.500. Meno di due mesi dopo, ecco raggiunta quota 20.000.
La bella notizia per i proprietari di una vettura Tesla è che buona parte degli ultimi Supercharger installati è di tipo V3, di quelli che cioè con ricarica rapida a 250 kW. Anche in Italia la rete sta crescendo e i Supercharger V3, dopo essere arrivati a Forlì, sono in costruzione a Milano.
Un’accelerazione imposta dalle vendite
La scelta di Elon Musk di concentrarsi sul potenziamento dell’infrastruttura Supercharger è stata dettata anche dai risultati di vendita che hanno visto la Casa crescere su tutti i mercati grazie ai volumi record della Model 3 e al positivo riscontro di pubblico della Model Y, che dopo l’esordio statunitense si appresta ad essere venduta in Cina e, dal prossimo anno, anche in Europa.

Per farsi trovare pronta Tesla sta lavorando su una strategia più ampia. Prima di tutto, piazzando i Supercharger, inizialmente presenti sulle vie di grande comunicazione, anche in centro città. E poi affiancando alle colonnine fast charge i cosiddetti Destination Charging, attacchi meno potenti che sono adatti per la ricarica notturna presso hotel o nei luoghi in cui si sosta a lungo come ad esempio ristoranti o centri commerciali.