L’annuncio, come al solito, arriva con un tweet di Elon Musk e sancisce il divorzio tra i Bitcoin e Tesla, dopo un matrimonio durato meno di due mesi. La Casa infatti non accetterà più la criptovaluta come metodo di pagamento per le sue auto elettriche.

Come mai questa retromarcia? Perché quando una compagnia si dichiara green, deve essere tale sotto tutti i punti di vista. E attualmente il mining per i Bitcoin utilizza energia troppo “sporca” rispetto all’immagine che Palo Alto vuole darsi. La parola fine al connubio, però, potrebbe non essere definitiva. Anche perché quando si parla di criptovalute mr. Musk ha un atteggiamento estremamente ondivago, come i mercati ormai sanno bene.

I dubbi degli ambientalisti

“Tesla ha sospeso l’acquisto di veicoli usando i Bitcoin – ha scritto il Ceo su Twitter –. Siamo preoccupati dal rapido aumento nell’uso di combustibili fossili per le transazioni con i Bitcoin e il mining, soprattutto per quanto riguarda il carbone, che ha le peggiori emissioni fra tutti i combustibili”.

Per chi non lo sapesse, senza scendere nei tecnicismi, l'utilizzo della criptovaluta richiede un grande dispendio di energia, al punto che su questo fronte gli ambientalisti avevano messo in discussione l’impegno green di Musk.

 

Più che un addio, sembra però un arrivederci: “La criptovaluta – continua infatti il post social – è una buona idea sotto molti aspetti e crediamo che abbia un futuro promettente, ma questo non può avere costi importanti per l’ambiente. Le Tesla non saranno vendute con i Bitcoin, che useremo solo quando il mining avverrà con energia sostenibile. Stiamo guardando ad altre criptovalute, che usano meno dell’1% di energia rispetto ai Bitcoin”.

Spazio a Dogecoin?

Insomma, da marzo a oggi, quando i Bitcoin sono entrati in casa Tesla, le cose sembrano cambiate. Ma Elon Musk conferma che l’appuntamento con altre criptovalute rimane in agenda. Che dietro l’angolo ci sia Dogecoin? Forse, perché nonostante i dubbi espressi durante il Saturday Night Live, il Ceo ha pubblicato un sondaggio su Twitter proprio l’altro ieri: “Volete che Tesla accetti Doge?”.

 

Il risultato? Vince il sì col 78% dei voti, contro il 22% per il no. Intanto, gli effetti dei tweet si fanno sentire a Wall Street. Nelle ore immediatamente successive alla pubblicazione del post, le azioni di Palo Alto sono scese dell’1,25%.