Biden spinge ancora sull’elettrico. Stavolta, secondo alcuni funzionari del suo entourage, vorrebbe puntare in particolare sul riciclo delle batterie provenienti dalle auto a zero emissioni. Giunto alla soglia dei famosi “primi 100 giorni” dal suo insediamento, il presidente statunitense tira le somme su quanto svolto finora e su dove prestare maggiore attenzione.

L’auto elettrica, in questo senso, è risultata un argomento chiave. Secondo Biden se gli Stati Uniti vogliono recuperare terreno nei confronti della Cina, devono lavorare sulla definizione di strategia per aumentare il recupero di terre rare e altri materiali dalle batterie delle auto. In questo modo si potrà accelerare la transizione: i democratici infatti vedono come possibile obiettivo che la maggior parte delle auto vendute negli States sia elettrica entro il 2030 e che le termiche smettano di essere vendute del tutto entro il 2040.

Tra investimenti e finanziamenti

Per raggiungere un target simile, si dovrà trovare il modo di non soffrire di carenze nella fornitura di cobalto, litio, nichel e altre materie prime necessarie per le batterie. E il riciclo delle batterie esauste avrà un ruolo chiave.

A supporto della crescita del settore l’amministrazione Biden punta su investimenti diretti in progetti di ricerca e sullo stanziamento di fondi di spesa, anche a supporto dell’attività del Dipartimento sull’Energia governativo, che sul riciclo delle batterie sta compiendo grandi sforzi.

Volkswagen: il progetto pilota per il riciclo delle batterie

Esempi interni ed... esterni

Un funzionario della Casa Bianca, sulla questione, ha affermato che “per trovare una quantità di litio sufficiente per produrre batterie per auto elettriche dovremmo per forza di cose ricorrere a consistenti operazione di recupero delle materie prime da celle esauste”.

Ci sono alcune società private che si sono lanciate nel campo. Come la Redwood Materials del cofondatore di Tesla JB Straubel. E anche Volkswagen ha messo a punto un programma probabilmente sarà portato avanti anche nello stabilimento di Chattanooga, attualmente in costruzione, dove nascerà la ID.4 made in Usa.

Ma Oltreoceano si stanno affacciando anche altri concorrenti stranieri che puntano a sfruttare le opportunità del Paese. Tra queste la cinese Ganfeng Lithium, società che vuole costruire un nuovo impianto per il riciclo delle batterie nel vicino Messico.  

Anche l'Ue vuole riciclare

Gli Stati Uniti non sono l’unico Paese che ha capito l’importanza strategica del riciclo delle batterie. L’Unione europea sta facendo lo stesso. Northvolt, ad esempio, sta costruendo una nuova fabbrica dove si produrranno batterie solo con materiali di recupero. E l’Ue sta anche pensando misure restrittive sull’export di rifiuti metallici proprio per invogliare le aziende a intensificare le attività di riciclaggio.

Il problema, secondo gli analisti di IHS Markit, è che le vendite di auto elettriche nel mondo hanno superato i 2,5 milioni ma questa cifra dovrebbe aumentare del 70% quest’anno e crescere costantemente fino al 2040. A questi ritmi, proprio nel 2040, si andrebbero a produrre 8 milioni di tonnellate di batterie esauste solo negli Usa. È chiaro che il riciclo sarà fondamentale.