Quello del riciclo delle batterie e del riutilizzo dei materiali con cui sono prodotte, che abbiamo approfondito nei mesi scorsi con l'ENEA, è uno dei temi portanti intorno ai quali ruota la mobilità del futuro. Tra le molteplici realtà che se ne occupano, con ottimi risultati, ce n'è una che sta facendo particolarmente parlare di sé e si chiama Redwood Materials.
Andiamo con ordine. Prima di tutto, indovinate a chi è legata la Redwood Materials? Esatto, proprio a Tesla. È stata creata infatti da JB Straubel, cofondatore della Casa di Palo Alto insieme ad Elon Musk e ora alla guida della sua nuova società, che già smaltisce gli scarti provenienti dalla Gigafactory del Nevada (al centro nelle ultime settimane di una spy-story da cinema).
Nuova opportunità
Straubel, che fino alla scorsa estate ha ricoperto il ruolo di CTO in Tesla, si è progressivamente defilato. Ufficialmente è passato dall’essere direttore tecnico a consulente, ma secondo alcuni la mossa sarebbe stata sfumata per evitare che una figura chiave lasciasse la compagnia dall’oggi al domani.
Straubel si è "allontanato" da Tesla per dedicarsi anima e corpo alla sua startup, la Redwoods Materials appunto. Affascinato dalle opportunità offerte dal mercato, ha iniziato a fine 2019 con un progetto pilota che puntava al riciclo di circa 200 kg di scarti provenienti dalla Gigafactory Nevada ma ad oggi ha già trattato più di 2 tonnellate di materiale.
Ambiente e portafoglio
I benefici di questo tipo di attività sono di due tipi. Prima di tutto, riutilizzando gli scarti della produzione delle celle agli ioni di litio si riduce l’impatto che la stessa ha sull’ambiente. Sia in termini di rifiuti generati sia in termini estrattivi.
E poi, si riducono sensibilmente anche i costi dei processi industriali. Addirittura, Straubel è convinto che si possa arrivare a dimezzare l’impatto economico dell’acquisto delle materie prime in 10 anni. Questo per via di una maggiore efficienza e per l’accorciamento della filiera.
L’accordo con Panasonic
Ora, come detto, la Redwood Materials non nasce come costola di Tesla o come progetto legato in qualche modo ad Elon Musk, ma è una società indipendente fondata da un personaggio che ha avuto un forte legame con la Casa e con il suo visionario proprietario, appena diventato il terzo uomo più ricco del pianeta.
Però, la startup ha sede in Nevada, a pochi km dalla Gigafactory, e ha stretto un accordo con Panasonic, che proprio in quella fabbrica produce le batterie (con grandi piani per il futuro prossimo), per avviare un processo di recupero degli scarti di produzione: quando si dice “avere dei buoni amici".
Come se non bastasse, molti degli attuali 50 dipendenti (ma entro fine anno saranno addirittura 200) provengono proprio dallo stabilimento Tesla. Insomma, checché se ne dica, il legame sembra inconfutabile. E visti i risultati della Casa di Palo Alto, non può che essere una buona notizia.