I segnali di una nuova guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, dopo quella iniziata nel 2018 da Donald Trump, si fanno sempre più intensi. Stavolta, però, è Joe Biden a mettere il Dragone nel mirino. E al centro della contesa, invece di acciaio e alluminio, finiscono le terre rare, elemento preziosissimo per le batterie delle auto elettriche e l'industria tech.
Gli States starebbero valutando infatti l’imposizione di dazi doganali alle importazioni, in modo da ridurre la dipendenza dall’Asia e aiutare la crescita di una filiera nazionale per queste materie prime critiche, da accompagnare a una poderosa rimonta nel campo delle batterie.
Di nuovo la Section 232
L’arma in mano al presidente Usa sarebbe la Section 232 di una legge commerciale del 1962, usata già tre anni fa dal suo predecessore per fissare le tariffe contro Pechino. La decisione definitiva, rivela il Financial Times, arriverà al termine di un’indagine sui possibili rischi alla sicurezza nazionale causati da una dipendenza eccessiva dall'import di queste materie prime.

Il Dipartimento del Commercio statunitense dovrà puntare la lente soprattutto sui magneti di neodimio, uno dei 17 elementi classificati come terre rare e usati, oltre che nei veicoli a zero emissioni, anche in tantissimi prodotti elettronici, a partire dagli smartphone.
La conferma arriva da un alto funzionario della Casa Bianca: “Siamo abbastanza dipendenti dalle importazioni, in particolare dalla Cina, di magneti di terre rare al neodimio. La Section 232 è un altro strumento che potremmo utilizzare per aiutare a ridurre la nostra dipendenza”.
Le prime avvisaglie
La minaccia arriva dopo una prima indagine ordinata a febbraio per controllare lo stato di salute degli Usa nelle catene di approvvigionamento, dando la priorità a quelle del settore automotive e dell’industria farmaceutica. Ora che sono arrivati i primi risultati, Biden vuole vederci chiaro. Questo, però, è soltanto l’ultimo capitolo in una serie di frecciatine scoccate in direzione della Grande Muraglia.

Nelle passate settimane, il presidente Usa aveva già lanciato il guanto di sfida alla Cina a proposito di auto a zero emissioni, dicendosi pronto a superarla nella corsa all’elettrificazione. Nei giorni scorsi, invece, la gara ha cominciato a corrersi anche sul riciclo delle batterie. E nel frattempo, anche l’Europa non ha mai smesso di muoversi, con il susseguirsi di piani per svincolarsi dalla dipendenza asiatica.