L’Autopilot Tesla è di nuovo sotto la lente della National Highway Traffic Safety Administration, che ha aperto un’indagine su 30 incidenti in cui sono state coinvolte le auto della Casa di Palo Alto e in cui 10 persone hanno perso la vita.

Gli incidenti in questione, avvenuti a partire dal 2016, sono stati presi in considerazione dalla NHTSA per valutare se si possa imputare almeno una parte della responsabilità agli avanzati sistemi di assistenza alla guida presenti sulle vetture di Elon Musk. In tre casi l’ente statunitense sulla sicurezza stradale ha escluso l’utilizzo dell’Autopilot, ma dai report completi consegnati alla Reuters si evince che in altre tre circostanze in cui i tre conducenti hanno perso la vita l’Autopilot era effettivamente attivo.

Servono procedure più severe

Anche a fronte dell’indagine aperta dalla NHTSA, il National Transportation Safety Board ha di nuovo posto l’accento sul fatto che l’Autopilot Tesla consente ai conducenti di tenere le mani lontane dal volante per lunghi intervalli. Si tratta di una caratteristica di questo sistema che permette di viaggiare per molto tempo anche se ci si distrae dalla guida.

L’attenzione sul funzionamento della guida assistita di Tesla è tornata alta dopo l’incidente avvenuto in Texas lo scorso 17 aprile. Quel giorno due persone hanno perso la vita a bordo di una Model S per un’uscita di strada ad alta velocità e i soccorritori hanno rilevato che al momento dell’impatto nessuno dei due fosse seduto al posto di guida.

Tesla Autopilot inversione a U

La guida autonoma deve attendere

Negli Stati Uniti il dibattito sulla possibilità di adottare norme più permissive sulla guida autonoma è aperto. Mercoledì scorso Maria Cantwell, presidente della Commissione Commercio del Senato Usa, ha citato proprio gli incidenti Tesla per giustificare il voto contrario all’apertura all’uso di ulteriori tecnologie di assistenza alla guida. “A quanto pare, ogni due settimane si sente parlare di un incidente in cui a schiantarsi è stata un’auto che viaggiava con il pilota automatico”, ha detto la Cantwell, forse con un po' troppa sufficienza.

Intanto, Elon Musk va avanti per la sua strada e si appresta a rilasciare il Full Self Driving nella sua versione più avanzata. A questo proposito, sempre la NHTSA ha affermato che al momento non è necessario svolgere test di valutazione sulla nuova tecnologia presente su Model 3 e Model Y che non utilizza più i radar ma si basa solo sui dati provenienti dalle telecamere. Ma ha anche comunicato che l’elenco dei veicoli “Model Year 2022” su cui ha intenzione di svolgere approfondimenti non è ancora completo.

Tesla Model 3 e Model Y a confronto

Non solo Tesla nel mirino

Dai documenti forniti alla Reuters si nota come anche altre Case, o meglio incidenti che hanno visto coinvolte vetture di altri costruttori, siano finiti sotto esame. Si tratta di due casi con protagoniste due Cadillac, in cui non ci sono stati feriti, quattro casi con coinvolte una Lexus RX450H e una Navya Arma e due Volvo XC90.

In uno di questi, una vettura della Casa svedese ha travolto e ucciso una donna in Arizona nel 2018, durante lo svolgimento di alcuni test sulla guida autonoma svolti da Uber (che sul fronte della mobilità del futuro lavora anche sui taxi volanti), che durante lo sviluppo delle proprie tecnologie apportò una serie di modifiche alla XC90 in questione, disattivando anche la frenata d’emergenza di serie sul modello.