C’è un bel nodo da sciogliere, per Tesla, alle porte di Berlino. La Casa ha già speso la bellezza di 5,8 miliardi di euro per la costruzione della sua prima Gigafactory europea ma non ha ancora ricevuto le autorizzazioni definitive per farla partire. E così, l’inaugurazione inizialmente fissata per il primo luglio, è irrimediabilmente rimandata. Ma a che punto siamo davvero?

Da una parte ci sono alcuni gruppi ambientalisti che oppongono una ferma resistenza, dall’altra scogli burocratici e qualche modifica ai piani originali che stanno rallentando i lavori. Risultato: l’inaugurazione non arriverà prima di fine anno. E secondo alcuni slitterà addirittura al 2022.

Il nodo riserva naturale

Il primo dei nodi da sciogliere riguarda il fatto che la fabbrica tedesca di Tesla confina con un’area naturale protetta contenente anche un prezioso bacino di acqua potabile. Su questo punto si stanno battendo gli ambientalisti, che sono riusciti anche a fermare il disboscamento di un appezzamento di terra interessato dai lavori per preservare l'habitat per la fauna locale. Purtroppo però, a causa di qualche gruppo isolato, in un caso le proteste sono sfociate in un vero e proprio attentato alla struttura.

Addirittura, Tesla ha dovuto provvedere al recupero e allo spostamento dei serpenti che abitavano la zona per poi continuare a ripulire quella parte di bosco, considerata un rifugio per l’inverno proprio per i serpenti. 

Manuela Hoyer, attivista locale, ha spiegato alla Reuters come “centinaia di ettari di foresta saranno rasi al suolo per fare spazio alle infrastrutture della Gigafactory. Ma questo stabilimento invaderà un bacino idrico: è un vero e proprio crimine contro l’ambiente”.

Elon Musk in visita in Germania tra Gigafactory Berlino e CureVac

Un problema di burocrazia

In Germania queste associazioni sono molto attive e prendono di mira anche progetti che puntano alla costruzione di parchi eolici e solari. A volte queste azioni si baserebbero anche su presupposti un po' labili, richiedendo però in ogni caso l’intervento di giudici con conseguenti rallentamenti.

Nel caso di Tesla, ad esempio, da più parti fanno notare che la Casa ha regolarmente acquistato il terreno per 43,4 milioni di euro e avrebbe poi ottenuto tutti permessi preliminari alla costruzione della Gigafactory, che però potrà entrare in funzione solo quando l’agenzia statale per l’ambiente darà l’ok definitivo.

Ora, la cosa curiosa è che l’agenzia avrebbe effettivamente dato il semaforo verde, ma questo non ha scoraggiato le associazioni ambientaliste Gruene Liga e Nabu, che hanno portato la Casa di Palo Alto in Tribunale proprio per valutare la correttezza dei permessi accordati. Anche per il fatto che a fianco della Gigafactory Tesla vorrebbe costruire un impianto per la produzione di batterie.

Gigafactory Berlino in costruzione

Le modifiche al progetto

Ecco, proprio il fatto che Tesla a lavori in corso abbia aggiunto i capannoni per la produzione di batterie ha costretto la Casa a chiedere nuovi permessi e su questo avrebbero fatto leva le associazioni. Però, per Elon Musk e soci, era troppo importante poter realizzare una fabbrica europea da 500 milioni di celle e 50 GWh totali all’anno.

Anche perché in molti sono favorevoli all’arrivo di Tesla in Germania. Le autorità, ma anche larghe fette di popolazione hanno intuito le opportunità della Gigafactory, che una volta a regime darà lavoro a 12.000 persone e produrrà mezzo milione di auto all’anno. Con la possibilità in prospettiva di realizzare anche la Tesla compatta da 25.000 dollari promessa da Palo Alto.

I tempi della giustizia

Ora però arriva il difficile. Tesla ha infatti depositato tutti i documenti necessari per sbloccare la situazione in Tribunale. Si tratta di un faldone di 11.000 pagine che può essere consultato da chiunque lo richieda fino a metà luglio. Entro il 16 agosto, poi, chi lo ritenga, può presentare obiezioni (in passato ne sono state depositate 400).

Il 13 settembre l’agenzia ambientale deciderà se tenere un’udienza pubblica e poi prenderà una decisione definitiva. Ma su questa non ci sono tempi certi. E senza, la Gigafactory non aprirà i battenti.

Fotogallery: Gigafactory Berlino in costruzione