Tesla farà l’auto elettrica da 25.000 dollari: su questo ormai non ci piove. Stando alle ultime indiscrezioni sarà progettata e prodotta in Cina (già si sapeva con certezza) e sarà esportata in tutto il mondo (al riguardo le voci erano state contrastanti).
Ma il lavoro sul modello d’attacco è ancora lungo: serve un team di progettisti e, soprattutto, servono tante batterie con celle 4680. Ma la Casa californiana è già al lavoro su entrambi i fronti, per velocizzare il più possibile l'arrivo sul mercato della "baby-Tesla", conosciuta per ora come Model 2.
Si cerca un designer
Per risolvere il primo problema, la Casa sta ampliando la propria divisione cinese, visto che proprio dalla Cina sarà guidato il progetto. In questo senso, Tesla ha appena pubblicato un video ufficiale in cui il capo dello stile Franz von Holzhausen apre pubblicamente la ricerca di un nuovo responsabile del design per Tesla China.
L’impegno in Cina, che già passa per la Gigafactory di Shangai e per la fabbrica dei Supercharger, si intensificherà quindi non solo con la nascita di un nuovo centro di Ricerca e Sviluppo locale ma anche di un Design Center separato da quello statunitense.
Le celle 4680
Il successo della “baby-Tesla”, però, non sarà legato solo al lavoro della divisione orientale della Casa di Palo Alto. Per abbassare il prezzo del futuro modello d’attacco sarà fondamentale utilizzare batterie con celle 4680, che sono più performanti e meno costose da produrre delle attuali. Solo che ne serviranno tante, perché Elon Musk vuole arrivare a produrre 20 milioni di auto entro il 2030.
Il problema è proprio lì: realizzare questo tipo di celle è difficile. In molti ci stanno provando, da BAK Battery a LG Chem, passando per Panasonic e ovviamente per Tesla stessa, ma nessuno è oltre la fase della pre-serie. Un conto è farne dei prototipi, un conto è la larga scala. Ci sono alcuni esperti che si chiedono addirittura se sarà mai possibile realizzarle in grossi volumi. Panasonic, però, dice oggi di non essere così lontana dall’obiettivo.
Una questione di sicurezza
Yasuaki Takamoto, a capo della divisione Batterie dell’azienda nipponica, in un’intervista a Bloomberg ha affermato infatti che “produrre celle grandi come le 4680 richiede delle abilità fuori dal comune, soprattutto perché bisogna realizzare un prodotto sicuro. E proprio la capacità di creare sistemi di controllo che ne garantiscano la sicurezza offre a Panasonic un vantaggio sulla concorrenza”.
Panasonic, insomma, è convinta di poter arrivare presto a produrre in massa le nuove celle rispettando gli standard di performance e affidabilità richiesti dal mercato. E di essere vicina a risolvere i due problemi principali legati a queste celle.
- Il surriscaldamento: avendo dimensioni maggiori le 4680 disperdono peggio il calore, con conseguenti rischi di innalzamenti delle temperature e perdita di efficienza.
- La contaminazione: essendo più grandi è più facile che minuscoli pezzi di metallo raggiungano il centro della cella causando cortocircuiti.
Le dimensioni contano
Akira Nagasaki, uno degli uomini chiave del team di Takamoto, ha spiegato perché le celle 4680 sono fondamentali per realizzare auto elettriche meno costose. “Il fatto che siano molto più grandi delle 1865 o delle 2170 attuali – ha detto – permetterà a una batteria di un’auto elettrica di passare da un numero di celle compreso tra 4.000 e 8.000 a sole 500. E questo porterà anche a ridurre e semplificare tutte le componenti accessorie”.
Con meno celle a comporre una batteria ci saranno sistemi elettrici più semplici, meno parti di collegamento tra le celle stesse e minori complessità costruttive. Senza dimenticare che le 4680 hanno anche prestazioni migliori.
Una concorrenza spietata
La corsa alle 4680 procede senza sosta. Da più parti si dice che la produzione di serie è vicina ma bisogna capire quanto ci sia di vero e quanto sia dettato dalla strategia. La concorrenza in questo settore strategico è spietata e i produttori di batterie come Panasonic, LG, BAK e CATL devono confrontarsi non solo tra loro.
Anche le Case automobilistiche, da Volkswagen a General Motors, infatti, si stanno organizzando per produrre batterie. Ed è vero che con i numeri crescenti dell'auto elettrica potrebbe esserci spazio per tutti, ma è altrettanto vero che in un panorama in forte evoluzione restare fuori dal giro è un attimo.