Ancora guai per Elon Musk sui lavori della Gigafactory Berlino. A quanto pare un gruppo di ambientalisti ha fatto ricorso in merito a un permesso concesso dall’autorità per l’ambiente di Brandeburgo per la costruzione della prima fabbrica europea di Tesla.
Gli ambientalisti avrebbero impugnato un documento in cui i tecnici della Casa di Palo Alto non chiariscono in modo esauriente le misure che prenderanno per evitare che i gas nocivi emessi durante certe lavorazioni vengano dispersi all’esterno del sito produttivo.
Di nuovo il nodo autorizzazioni
Secondo gli avvocati delle associazioni che hanno fatto ricorso, Tesla avrebbe anche modificato alcuni documenti per avviare la produzione di batterie, un’attività per cui non avrebbe ancora ricevuto tutte le autorizzazioni necessarie.
I due gruppi ambientalisti, la Gruene Liga e il NABU, hanno detto che si rivolgeranno al tribunale il 16 giugno per chiedere la sospensione dei permessi a Tesla.
Ancora imprevisti
Non è la prima volta che Elon Musk deve fare i conti con gli ambientalisti tedeschi. Successe nelle fasi iniziali del progetto, prima ancora di posare la prima pietra. Poi le frizioni sembrarono appianate e Musk, in una serie di visite in Germania, ricevette l’appoggio delle autorità locali, che videro nella Gigafactory un’opportunità per tutta la regione.
Poi però sono subentrate questioni burocratiche, che hanno di nuovo rallentato i lavori, e si è arrivati persino a un incendio appiccato nei pressi dei cantieri da alcuni estremisti. Tanto che il sito, che sarebbe dovuto entrare in funzione quest’estate, ha fatto slittare l’apertura dei cancelli a fine anno. La questione ha causato problemi non indifferenti ai piani espansionistici di Musk e soci, che in Germania vogliono costruire Model Y e Model 3 per il mercato del Vecchio Continente, con l’obiettivo di arrivare a fine 2021 con un milione di vetture prodotte nel mondo. Un target che sembra ora più difficile da raggiungere.