Un po’ come un fulmine a ciel sereno, arriva l’incursione di Europa Verde, partito nato ufficialmente a luglio di quest’anno, che chiede a Roberto Cingolani di dimettersi dall’incarico di ministro della Transizione ecologica.
Diverse le ragioni elencate in un dossier di 10 pagine, presentato per dare forza alla propria richiesta. Fra queste, anche l’approccio alle auto elettriche avuto finora dal titolare del Mite.
“Guerra all’auto elettrica”
“Cingolani – si legge – è il ministro che fa la guerra all’auto elettrica, mentre il Governo tedesco lancia un piano per un milione di ricariche elettriche e 15 milioni di auto elettriche entro il 2030”, è una delle prime motivazioni.
A pesare per Europa Verde è pure “il mancato impegno dell’Italia nell’eliminazione dei veicoli a combustione entro il 2040 a livello globale ed entro il 2035 nei principali mercati”. Ma ci sono anche alcune dichiarazioni dei mesi scorsi sulla eMobility finite nel mirino dei detrattori del ministro.

Per esempio, una rilasciata a Repubblica il 28 aprile: “Quando il 72% dell’elettricità sarà prodotta con zero emissioni, allora avrà senso rendere di uso comune la mobilità elettrica. Che senso ha guidare un’auto a batteria se per ricaricarla si brucia petrolio o carbone?”, aveva sostenuto Cingolani.
Ancora: “C'è una grandissima opportunità nell'elettrificazione. Ma ieri è stato comunicato dalla Commissione Ue che anche le produzioni di nicchia, come Ferrari, Lamborghini, Maserati, McLaren, dovranno adeguarsi al 2030 al full electric. Questo vuol dire che, a tecnologia costante, con l'assetto costante, la Motor Valley la chiudiamo” (16 luglio 2021, Seminario estivo della Fondazione Symbola).
Anche Pnrr e nucleare
Sul fronte delle mobilità è finito nel mirino anche il Pnrr, che “non finanzia il trasporto pubblico”, perché “solo l'1% dei treni regionali e degli autobus verrà sostituito”. E poi un vecchio cavallo di battaglia del ministro: il nucleare, su cui si è espresso anche di recente per non escludere gli Smr (Small modular reactor) dalle armi nella lotta ai cambiamenti climatici.
“È un ministro che fa la guerra all’auto elettrica”, ha detto stamattina, tra le altre cose, Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa Verde, alla presentazione del dossier.