Prosegue il percorso verso la nascita della gigafactory di Italvolt a Scarmagno, in provincia di Torino. L’azienda ha depositato uno studio di massima del progetto per la creazione nell’ex area della Olivetti di una delle più grandi fabbriche di batterie d’Europa e compie così un ulteriore passo verso l’avvio del progetto.
Lo Sportello Unico per le attività produttive di Ivrea (la città più vicina al nascente polo produttivo) ha già convocato la Conferenza dei servizi preliminare per l’esame dello studio e tutti i soggetti coinvolti dovrebbero rilasciare i rispettivi pareri di competenza entro lunedì 24 gennaio. È probabile quindi che già prima della fine di questa settimana si inizi a sapere qualcosa al riguardo.
Un sistema che funziona
Lo studio depositato da Italvolt mira a inserire lo stabilimento in un tessuto sociale e istituzionale aperto all’innovazione e ai nuovi progetti industriali.
Il lavoro depositato a Ivrea vede coinvolte attivamente anche la Città Metropolitana di Torino, la Regione Piemonte, la Soprintendenza delle Belle Arti e del Paesaggio e alcuni comuni che saranno interessati direttamente dalla nuova fabbrica, tra cui Scarmagno e Romano Canavese.
Si parte nel 2024
Stando a quanto riportato dall’Ansa, Italvolt, che è recentemente entrata a far parte di Eurobat, fa sapere che “la conclusione di questo primo step entro la fine del mese getta le basi per la costruzione dell’impianto”. Se i tempi fossero rispettati, tutte le autorizzazioni necessarie all’avvio dei lavori sarebbero accordati entro il 2022 e il nuovo polo produttivo, progettato dallo studio Pininfarina, potrebbe aprire i battenti come da programma nel 2024.
La Gigafactory Italvolt può già contare sul coinvolgimento di tante altre aziende che operano nel settore della transizione ecologica e che si sono mostrate interessate all’iniziativa. Tra queste anche ABB e Equans, che daranno un contributo nell’organizzazione e nella gestione dei processi produttivi a vari livelli.