L’obiettivo è il totale azzeramento delle emissioni dirette e indirette entro il 2040, con dieci anni di anticipo rispetto al target mondiale, fissato nel 2050. Per questo A2A investe ancora di più nella decarbonizzazione con l’aggiornamento del Piano industriale 2021-2030.

La cifra messa sul piatto, fa sapere la società, ammonta a “18 miliardi di euro di investimenti in 10 anni (+2 miliardi rispetto al Piano precedente)” di cui “7 per l’Economia Circolare” e “11 per la Transizione Energetica”. Un ruolo chiave nella nuova strategia lo riveste l’auto elettrica, che vede aumentare l’impegno del Gruppo di ben quattro volte.

Fino a 24.000 punti di ricarica

Ricordando che “il 30% delle emissioni di CO2 in Italia derivano dal settore della mobilità” e che nel 2021 “l’8% delle auto vendute in Italia sono state elettriche (pure e ibride plug-in)” - una percentuale “destinata a crescere nei prossimi anni” - A2A sottolinea di aver quadruplicato l’installazione di infrastrutture previste rispetto allo scorso Piano.

 

La multiutility vuole ora 24.000 punti di ricarica entro la fine del decennio, concentrandosi sia sulle colonnine a bassa potenza in corrente alternata, fino a 7 kW, che su quelle fast in DC, da oltre 50 kW. L’idea del Gruppo è favorire sia una modalità di erogazione lenta, ad esempio durante la notte, sia rapida, simile quindi a quella delle stazioni di rifornimento tradizionali. Il tutto mirando a una market share relativa in Italia nell'ordine del 15-20%.

Vale ricordare inoltre che proprio nei giorni scorsi A2A ha siglato un importante accordo sull'interoperabilità delle colonnine con Enel

Anche idrogeno e Gnl

A2A vuole poi fornire una soluzione per “quei segmenti di mobilità la cui evoluzione non è prevista verso l’elettrico” e che per l'azienda dovranno orientarsi in questa verso idrogeno e al Gnl.

“Il Gruppo – spiega – ha in programma di sviluppare infatti oltre 60 impianti di biometano di cui almeno 5 con liquefazione per ottenere bio-GNL, mentre per la produzione di idrogeno si potranno sfruttare fonti di energia prodotta continuativamente come quella dei termovalorizzatori, con un modello di business decentralizzato basato su ecosistemi locali al servizio dell’industria e del trasporto pesante”.

Per supportare il nuovo piano, l’azienda fa sapere infine di aver acquisito “portafogli di impianti di generazione da fonti rinnovabili”. Secondo l’amministratore delegato Renato Mazzoncini, la società potrà “ampliare ulteriormente la presenza in Italia e stabilire nuovi e ancora più ambiziosi target di business”.