Il settore dell’auto aspetta con ansia il Dpcm con cui il Governo darà finalmente attuazione al grande piano per aiutare l’industria e gli automobilisti nel passaggio a una mobilità più sostenibile, con un sostegno economico da 8 miliardi di euro complessivi fino al 2030.

Ma mentre è al lavoro sul testo, l’esecutivo riceve “un ultimo, accorato, appello”, perché inserisca nella bozza, e “con convinzione”, anche l’ecobonus per le flotte aziendali. A chiederlo è Francesco Naso, segretario generale dell’associazione Motus-E.

L’importanza delle flotte

La richiesta, si specifica, arriva in particolare dagli “operatori del settore auto e del noleggio”, che rappresentano “il 40% del mercato dei veicoli nelle fasce di emissioni 0-20 e 21-60 gCO2/km”. Qual è, quindi, il loro contributo all’auto elettrica?

Fleet of Ford Fiesta and Focus models parked in a row

Lo spiega ancora il segretario generale dell’associazione, che ricorda come le flotte aziendali “possono essere strumento di vera diffusione dei mezzi a batteria, portando sul mercato dell’usato, nel giro di 3-4 anni, veicoli elettrici che potranno essere acquistati anche da famiglie che non possono permettersi un mezzo nuovo”.

Nessun alibi

Motus-E sottolinea che ci sarebbe persino un’alternativa ai classici incentivi: “In caso contrario, come ultima opzione, il Governo potrebbe intervenire su una maggiore detraibilità dell’Iva per le imprese che acquistano veicoli elettrici, visto che anche su questo rappresentiamo un'anomalia in Europa e che entro il primo aprile il Governo dovrà produrre un intervento normativo a riguardo”.

A questo punto, l’industria rimane alla finestra, in attesa che Palazzo Chigi vada eventualmente incontro ai suoi bisogni. Almeno, però, il settore ha la certezza che, da qui a fine decennio, potrà contare su un bel tesoretto per riconvertire gli impianti e abbassare i prezzi delle auto. Anche perché i dati di febbraio dicono che i bonus alle vetture a zero emissioni sono ancora importanti.