“Chi fa da sé fa per tre”, riporta un famoso detto. Certo, non si può ancora dire lo stesso per Tesla, che continua a procurarsi la maggior parte degli ingredienti per batterie acquistandoli da fornitori esterni. Eppure la Casa di Elon Musk sa (e vuole) andare a caccia di minerali anche in autonomia.
Litio, nichel e cobalto sono i tre elementi che più interessano le attività dirette del costruttore americano, con tutti i vantaggi che ne conseguono, a cominciare da un monitoraggio più ravvicinato della qualità e del rispetto degli standard ambientali e sociali. Tesla li ha elencati nel suo ultimo Impact Report.
Più trasparenza
Partiamo da qualche numero. Prima di tutto, la Casa fa sapere che nel 2021 si è procurata da sola oltre il 95% dell’idrossido di litio, il 50% del cobalto e più del 30% del nichel usato nelle celle NCA e NCM (rispettivamente nichel-cobalto-alluminio e nichel-cobalto-manganese).
“Mentre il cobalto, il nichel e il litio – si legge nel rapporto – attraversano più fasi di lavoro eseguito da parte di diverse aziende, in questa catena di approvvigionamento si verificano alcuni dei più importanti rischi ambientali e sociali nei siti minerari.
L'approvvigionamento diretto da società minerarie consente a Tesla di impegnarsi direttamente a livello locale invece di fare affidamento su più società che in genere si collocano tra i produttori di veicoli elettrici e il settore minerario. Consente inoltre catene di approvvigionamento più trasparenti e tracciabili e migliori dati ambientali e sociali”.
E più controllo
Un altro aspetto dell’Impact Report, oltre agli importanti numeri sul riciclo, è la consapevolezza dell’impatto ambientale e sociale delle estrazioni. E garantire ancora di più la sostenibilità di questi aspetti è una delle più grandi sfide per l’auto elettrica.
“Anche cobalto, litio e nichel sono ‘minerali’, perché sono materie prime prodotte attraverso diversi metodi di estrazione in tutto il mondo, spesso concentrati in Paesi che affrontano sfide socioeconomiche e ambientali. Con l’esaurimento delle riserve globali conosciute, questi minerali stanno diventando sempre più scarsi e le aziende cercano di accedere a risorse in località più remote e difficili per soddisfare la domanda globale.
Anche il cobalto, il litio e il nichel sono classificati come minerali critici dai Governi degli Stati Uniti, dell’Unione Europea e del Canada perché sono essenziali per consentire la transizione dai combustibili fossili a un’economia a basse emissioni di carbonio. Di conseguenza, l’impatto dell’attività mineraria sull’ambiente e sulle comunità locali si presta a un maggiore controllo ambientale e sociale da parte della società civile, dei responsabili politici e degli investitori”.
Fonte: Electrek