Adesso o mai più. L’Europa si muove per l’indipendenza dalle materie prime cinesi. L’idea è di creare un fondo per favorire gli investimenti nella produzione di minerali critici utili all’auto elettrica e alla transizione energetica in generale.
Lo “European Raw Materials Fund” – questo il suo nome – dovrebbe diventare operativo all’inizio del 2023. I prossimi mesi saranno perciò decisivi, con l’Ue che andrà a caccia di investitori, sia del settore pubblico che di quello privato.
Si parte da 2 miliardi
Lo fa sapere Bernd Schaefer, ceo del consorzio EIT Raw Materials, che ha parlato con l’agenzia Reuters durante il World Materials Forum a Nancy, in Francia. Il fondo dovrebbe partire da un tesoretto di circa 2 miliardi di euro. Una cifra niente male, ma che dovrà crescere parecchio per sganciare il Vecchio Continente dall’Asia. Questo, almeno, sostiene lo stesso Schaefer:
“Se si guarda all’enorme investimento necessario per le materie prime, servono da 100 a 150 miliardi di euro per far fronte alle sfide dell’elettrificazione. C’è molto appetito per investire in Europa”.
Fra i soggetti interessati al progetto ci sono anche fondi pensione e istituti come la Banca europea per gli investimenti. Così il fondo continuerà a crescere, ma è ovvio che non potrà camminare solo sulle proprie gambe, perché molto dovranno fare anche le aziende.
Modelli Cina e Usa
In ogni caso, aiuterà la European Raw Materials Alliance (Erma), l’alleanza lanciata nel 2020 con l’obiettivo di portare il Vecchio Continente a produrre in casa almeno un quinto dei magneti di terre rare, indispensabili per veicoli elettrici e turbine eoliche, ma attualmente in arrivo per il 98% dalla Cina. Lo European Raw Materials Fund si ispira proprio alle politiche di supporto all’elettrificazione di Pechino.
Altra grana da risolvere è poi quella della troppa burocrazia, che scoraggia e rallenta gli investimenti. Un modello da seguire potrebbe essere quello degli Stati Uniti. Come spiegato da Victoire de Margarie, fondatrice del World Materials Forum, i finanziamenti negli Usa sono molto più semplici da mettere in campo. La forza degli States sta nel credere nelle startup che si avventurano in progetti più rischiosi, con lo Stato vicino.
Fonte: Reuters