Affascinante e per l'epoca sorprendentemente efficiente. Così si può riassumere la Waverley Electric, la carrozza elettrica prodotta dal 1898 al 1916 che oltre ad essere stata definita come "di gran lunga la migliore elettrica sul mercato" è anche stata la vettura di diversi personaggi celebri del passato come Madam CJ Walker (imprenditrice afroamericana del settore cosmetica), il generale Lew Wallace e niente meno che Thomas Edison. Proprio lui utilizzò l'auto come base per una speciale modifica.
La sua nascita si deve all'accordo tra la Waverley e la American Bicycle Co. guidata da Albert Augustus Pope, padre americano della bicicletta e produttore dell'auto elettrica Columbia. Weaverly aveva già al suo attivo la Stanhope, una vettura elettrica a 2 posti del 1898 con ruote in legno da 36 pollici, sedile imbottito in pelle e un’autonomia di 64 km, che fu una buona base per le vetture Pope-Waverley.
La collaborazione con Edison
Fin dall’inizio, le due società iniziarono a lavorare su diversi modelli in grado di soddisfare le esigenze dei clienti grazie a prestazioni di livello. Nel 1901 la gamma era composta da 4 modelli: la Runabout (2 posti con sedile di emergenza per altri 2) con motore da 1,5 CV, la Phaeton e la rinnovata Stanhope con propulsore da 2,5 CV e la Brougham (dotata di riscaldamento elettrico), più un veicolo commerciale per le consegne dotato di un’unità elettrica da 3,5 CV.
La versione più potente era alimentata con un pacco batteria da 44 celle, ognuna delle quali pesava circa 4 kg. Nel 1901 Edison provò la sua nuova batteria di accumulo con cadmio e rame invece del piombo su una Waverley elettrica. Quest'auto pesava complessivamente 816 kg ma le batterie, che garantivano un'autonomia di oltre 150 km, incidevano per poco meno di 300 kg. Insomma, una sorta di tuning elettrico ante litteram.

Come era fatta
Mentre la versione coupé era dotata di una capote staccabile in modo che i conducenti potessero godersi il bel tempo, la Runabout elettrica disponeva di una capote in pelle nera ripiegata e foderata. Il cruscotto e i parafanghi sopra le ruote erano in pelle nera mentre la carrozzeria alternava parti nere a dei pannelli Brewster di colore verde come la tappezzeria.

L'auto, inoltre, era caratterizzata dalla presenza di luci laterali in ottone, di un fanale rosso nella zona posteriore e di pneumatici Goodyear o Goodrich da 30 pollici con raggi delle ruote in legno. L’impianto sterzante era composto da un “timone” che spuntava nel lato sinistro della vettura. Per quanto riguarda le misure, la Waverley-Pope aveva un passo di 155 cm e una carreggiata di 137 cm. Il motore elettrico era alimentato da un pacco batteria da 24 celle ed era in grado di far raggiungere alla vettura una velocità massima di 54 km/h.



La fine dei giochi
Il successo ottenuto negli anni precedenti, grazie a prodotti all’avanguardia che offrivano valori di autonomia importanti per l’epoca abbinati a praticità e versatilità, non bastò a far prosperare questa azienda. La crisi finanziaria del 1907 e la nascita di vetture con motore a combustione interna come la Ford Model T iniziarono a mettere con le spalle al muro i costruttori di veicoli ad alimentazione elettrica.
Qualche anno più tardi, nel 1915, con la Ford Model T che poteva percorrere più di 300 chilometri con un pieno di benzina ed era venduta a soli 490 dollari (circa 3-4 volte in meno di una Waverley), i clienti iniziarono a scarseggiare. Nel 1916, quando le carrozze elettriche dimostrarono di non poter più competere con le vetture a combustione interna, la Waverley Company chiuse i battenti.