È da un po’ di anni che Elon Musk afferma di voler arrivare alla fine del decennio con volumi di vendita pari a 20 milioni di auto all’anno. Ma i tempi sono cambiati e quello che era già considerato un obiettivo ambizioso inizia a essere bollato come irraggiungibile. Vediamo perché.

Partiamo da una considerazione generale. Arrivare a vendere 20 milioni di auto nel 2030 significherebbe per Tesla conquistare circa il 20% di quota dell’intero mercato automobilistico mondiale, con una crescita di circa 13 volte rispetto al livello attuale (considerando che il 2022 si chiuda con 1,5 milioni di auto vendute).

La transizione sarà nel pieno, ma anche le altre Case, tra 8 anni, venderanno principalmente (se non esclusivamente) auto elettriche e la concorrenza sarà spietata.

La questione economica

Ma ammettiamo che Elon Musk riesca nell’impresa. Secondo un’indagine Reuters dare seguito al piano costerà a Tesla centinaia di miliardi di dollari. Costi astronomici legata alla costruzione di nuove fabbriche, all’approvvigionamento di batterie e materie prime e alla produzione di automobili vera e propria.

La festa di inaugurazione della Gigafactory Austin di Tesla

Tesla, ad esempio, dovrebbe riuscire a costruire e mettere in funzione altre 7 o 8 Gigafactory: una all’anno. E dovrebbe avere 30 volte la quantità di batterie di cui necessita oggi. Queste azioni avranno un costo stimato di 400 miliardi di dollari in otto anni. Ci sono tanti Paesi - dal Canada, all’Indonesia, all’India, che sono pronti a sostenere i piani di sviluppo di Tesla con grossi aiuti, ma per quanto un annuncio importante sia atteso entro l’anno, al momento nulla è ancora deciso.

Tutto questo, rubando contestualmente ingenti quote di mercato ad altre Case, come Volkswagen ad esempio, che ormai vedono l’auto elettrica come una priorità assoluta.  

Foto - La gigafactory Volkswagen per batterie a Salzgitter

Un settore industriale da reinventare  

Michael Tracy, analista di The Agile Group, ha commentato così le affermazioni di Elon Musk contestualizzate al momento attuale: “Se devo fare un paragone, penso al Progetto Manhattan, quello che portò gli Stati Uniti a costruire la bomba atomica. Pensate cosa vuol dire: arrivare in 8 anni ad avere una Casa automobilistica che produce il doppio delle auto di Toyota. Tesla sarebbe di gran lunga il primo costruttore al mondo per numero di vetture realizzate ogni anno”.

Tesla è riuscita a scombinare gli equilibri del mercato dell’auto, cavalcando alla grande la transizione ecologica, ma per riuscire a crescere nei prossimi anni alla velocità a cui vuole crescere dovrebbe rifondare completamente il mondo dell’auto e non solo. Dovrebbe imporre nuovi standard e nuove pratiche anche nel campo dell’estrazione delle materie prime per le batterie e sfruttare appieno le innovazioni tecnologiche di qualsiasi tipo.

Le prime Model Y prodotte da Tesla nella Gigafactory di Berlino

Servono 3 TWh di batterie all’anno

A luglio, durante l’incontro con gli azionisti, Elon Musk ha affermato: “A lungo termine, ci aspettiamo di arrivare a una produzione di batterie dell’ordine di 3.000 GWh all’anno. Penso che potremmo riuscire a toccare questo traguardo prima del 2030 o, al più tardi, nel 2030”. Per ora, tra produzione interna e forniture esterne Tesla sfora di poco i 100 GWh.

Per dare altri numeri: Benchmark Mineral Intelligence afferma che Tesla nel 2030 avrà bisogno di 2 milioni di tonnellate di litio, 1,3 milioni di tonnellate di nichel, 0,2 milioni di tonnellate di cobalto e 3,5 milioni di tonnellate di grafite per arrivare a 3.000 GWh all’anno di batterie. Sono numeri pari a 4 volte la richiesta attuale di nichel e litio di tutti i costruttori, al doppio di quella del cobalto e a 7 volte la quantità di grafite che l’industria automobilistica nel suo complesso consumerà nel 2022.

Tesla Giga Berlin (Tesla Gigafactory 4)

È vero che Tesla, che si è sempre mossa in anticipo, ha già firmato una ventina di contratti per la fornitura di terre rare e materie prime per la produzione delle batterie, ma gli esperti concordano sul fatto che per quanto un passo avanti alla concorrenza, con gli accordi attuali Tesla non potrebbe minimamente raggiungere i numeri dichiarati.

Quindi? Elon Musk l’ha sparata troppo grossa? Non è detto. I progressi tecnologici, l’arrivo delle batterie allo stato solido, powertrain più efficienti e la diffusione di pratiche di riciclo potrebbero sostenere Tesla nella crescita. Ma le stesse armi saranno utilizzate dalle altre Case. Vedremo come andrà a finire.