Vi siete mai chiesti perché la corrente elettrica si chiama, appunto, come la corrente di un fiume che scorre? Non è una coincidenza, è proprio così che sono andate le cose: nella storia della scienza, infatti, gli esseri umani prima hanno capito come si comportano le sostanze solide, liquide (e cioè quelle materiali, quelle che si toccano) e poi, solo in un secondo momento, quelle che non si vedono.

Ecco perché gli scienziati hanno basato le loro osservazioni e scoperte sull'elettricità facendo delle analogie con l'idraulica. E verrebbe da pensare che questo è anche il motivo per cui l'auto elettrica stia diventando realtà più di un secolo dopo l'auto “meccanica”.

Ma è davvero giusto pensare che è stato naturale che prima si sviluppassero i motori endotermici - “a benzina” - e solo ora (nei primi decenni del Millennio che stiamo vivendo) le auto con motori elettrici alimentati a batteria?

Siamo andati a cercare la risposta al Museo dell’Automobile di Torino.

È nato prima "l'uovo" o la lampadina?

È suggestivo riflettere sul perché gli esseri umani abbiano deciso di usare il motore a scoppio e non il motore elettrico per le prime automobili, nate tra la fine del 1800 e i primi anni del 1900.

Verrebbe da pensare che le cose siano andate come per la lampadina: così come per far luce di notte i nostri antenati hanno usato prima il fuoco dell'elettricità, allo stesso modo hanno scelto di usare il motore a pistoni al posto dell'elettrico per le prime automobili. Tra l'altro, parlando di lampadine, ecco la storia della prima auto elettrica di Thomas Edison.

L'idea che abbiamo in mente è questa, perché facciamo riferimento ad altre tecnologie che prima hanno funzionato grazie alla meccanica e solo dopo sfruttando l'elettricità.

Ragioniamo quindi per analogia, deducendo che sia "normale" che le auto elettriche stiano arrivando sul mercato un secolo dopo le automobili con motori a benzina, diesel e a gas.

Nel Museo dell'Automobile di Torino è possibile ricordare alcune tappe fondamentali di questa storia, per capire qual è stato in realtà il vero percorso evolutivo dell'industria automobilstica.

La prima auto da 100 km/h era elettrica

Si chiamava Jamais Contente (l'incontentabile) ed è stata la prima auto a superare i 100 km/h di velocità. Parliamo del 1899, un periodo quindi in cui le macchine a vapore e i motori a combustione erano già conosciuti, eppure è stato un motore elettrico ad aggiudicarsi questo primo record di velocità.

Come raccontato nel video, il nostro viaggio all'interno del Museo di Torino inizia da qui, accompagnati da Davide Lorenzone, responsabile del Centro Restauro.

Le "colonnine" elettriche esistevano già negli USA

Negli Stati Uniti d'America, agli inizi del '900, su 4000 auto prodotte 1.600 erano elettriche. L'avreste mai detto? In particolare, a New York, tra il 1900 e il 1914 c'erano più di 40 stazioni di ricarica per veicoli elettrici, che erano usate non solo a scopo privato ma anche pubblico, come per gli attuali taxi.

Si vedeva già, quindi, un primo sviluppo tecnologico anche dell'infrastruttura: nel video viene spiegato poi in che modo il progresso ha preso la strada dell'auto con motore termico.

L'auto elettrica in Europa

Volgendo lo sguardo più verso l'Europa, invece, già sulle auto elettriche di allora si distingueva una filosofia costruttiva che poi ha caratterizzato le auto del Vecchio Continente rispetto a quelle americane.

Il modello della STAE (Società Torinese Automobili Elettriche) esposto al Museo, infatti, mostra come già nel 1905 le "nostre" auto fossero più rifinite, più raffinate delle macchine made in USA, che badavano più alla concretezza e alle esigenze di manutenzione. In quei tempi venivano chiamate anche "elettromobili" e arrivavano anche a 90 km di autonomia, come nel caso della STAE, con 30 km/h di velocità massima di potenza e batterie al piombo.

La filosofia più spartana delle auto americane, perfettamente incarnata dalla Ford Model T del 1913, era già evidente anche sulle prime elettriche costruite oltreoceano. Come la Pope Waverley che vedete nel filmato e che, proprio per privilegiare la funzionalità, non aveva paradossalmente dei fari elettrici, ma luci a petrolio e al carburo. Guardando il video scoprirete perché.

Perché l'elettrico si è fermato? 

Già più di 100 anni fa, quindi, il motore elettrico "se l'è giocata" con il motore a scoppio per far muovere le automobili. Per un po' infatti meccanica ed elettricità sono andate in parallelo, per poi vedere affermarsi l'auto con motore a pistoni anche per fattori esterni, come lo sviluppo delle strade (che oggi si pensa possano ricaricare wireless le auto in movimento, grazie alle strade "a induzione). 

Prima della costruzione di percorsi asfaltati che permettessero di muoversi più facilmente anche fuori dalle città, in assenza di infrastrutture per ricaricare le batterie, le auto elettriche avevano preso piede nelle città, dove la realizzazione dell'infrastruttura era stata avviata. 

Inoltre, guidando un'auto con motore a pistoni anche nelle campagne, tra un centro abitato e l'altro, per superare l'autonomia di un'elettrica portandosi dietro qualche tanica di carburante ha dato un'ulteriore spinta allo svolgimento della storia per come la conosciamo. Perché la costruzione di una capillare rete elettrica di ricarica, per quei tempi, era proibitiva.

Ecco allora che la tecnologia, l'industria, hanno man mano abbandonato lo sviluppo delle batterie e dei motori elettrici per lavorare sul miglioramento dei motori endotermici. E di tutti i componenti che diamo per scontati: come il motorino elettrico di avviamento del motore a pistoni, senza il quale probabilmente l'auto "termica" avrebbe lasciato spazio a quella elettrica.

Prima che Charles Kettering introducesse il motorino di avviamento elettrico sulle Cadillac nel 1912, era complicato usare un'auto senza dei meccanici (o degli autisti) che dessero una mano.

Più in generale, a quei tempi l'auto termica era più complicata dell'auto elettrica, nell'utilizzo e nella manutenzione. Non c'erano poi le benzine di oggi, quindi anche il sistema di accensione, la carburazione non era così efficiente: comprare un'auto termica in quegli anni lì non era facile.

 Transizione all'elettrico scritta nella storia?

Come abbiamo raccontato, gli eventi che l'hanno fatta prevalere sull'auto elettrica non hanno riguardato solo lo sviluppo tecnologico, così come sta succedendo al giorno d'oggi: la  transizione verso l'auto elettrica che stiamo vivendo è legata ad aspetti tecnici ma anche economici, politici e sociali. La storia ci ricorda come sono andate le cose, per interpretare con maggiore consapevolezza quello che ci aspetta.