Elon Musk teme la Cina. Il ceo di Tesla ha infatti affermato che se deve pensare a un concorrente che può davvero impensierire la Casa americana di cui è alla testa, allora il suo sguardo si rivolge a Est.
È all’ombra della Grande Muraglia, infatti, che si trovano le aziende che hanno il maggiore potenziale di crescita. “Lavorano sodo e lavorano in modo intelligente”, ha detto Musk durante il recente incontro con gli azionisti. “Se devo scommettere su una Casa che può impensierire Tesla, allora scommetto su una Casa cinese”.
Le Case storiche non fanno paura
Elon Musk non ha fatto un nome preciso su chi potrebbe crescere fino a raggiungere Tesla, ma ha fatto capire chiaramente che nella corsa all’auto elettrica le Case cinesi (BYD in testa, diciamo noi, senza dimenticare NIO o Xpeng) sono più preparate dei brand “tradizionali”. E anche se Volkswagen, Hyundai-Kia, General Motors o Ford stanno concentrando gli sforzi per affermarsi nel campo delle zero emissioni, non riusciranno a impensierire seriamente Tesla, almeno nel breve periodo.

La produzione presso la Tesla Gigafactory di Shanghai
Le dichiarazioni si basano sull’esperienza diretta: Tesla, con la Gigafactory Shanghai, è impegnata in prima persona in Cina e proprio tra i talenti locali ha scovato quel Tom Zhu che è stato da poco promosso a capo della produzione della Casa, con responsabilità anche delle fabbriche americane ed europee. “Il nostro team in Cina è vincente. Credo che noi si sia in grado di attirare i migliori talenti cinesi presso la nostra filiale di Shanghai. Spero tanto che possa essere così anche in futuro”, ha dichiarato Musk.
Come si mantiene la leadership
Se da una parte Elon Musk tiene gli occhi ben aperti sulle mosse della concorrenza, dall’altra continua a credere che nessuno supererà Tesla per quanto riguarda le vendite di auto elettriche. Il primato sarà conservato grazie a una strategia di ampio respiro che passa da nuovi modelli a nuove tecnologie.
Il 2023, ormai è assodato, sarà l’anno del Cybertruck. Forse anche della Roadster, anche se sulla sportiva si nutrono maggiori perplessità. Ma in futuro sono in programma anche il robotaxi e la baby-Tesla, il cui progetto, dopo un periodo di “congelamento” sembra essere ripartito in pompa magna, con l’avvio dei lavori sulla nuova piattaforma.

Tesla Cybertruck
FSD croce e delizia
Parlando di tecnologia, oltre al vantaggio di avere una propria infrastruttura di ricarica così capillarmente diffusa come quella dei Supercharger, Tesla sta spingendo tanto anche sul software. In particolare, sulla guida autonoma.
Parlando di Full Self Driving, però, non è tutto rose e fiori. Il sistema è disponibile ormai per tutti gli automobilisti del Nord America e sta migliorando costantemente, pur restando al momento ancora in versione Beta. Musk aveva promesso che sarebbe arrivato al Livello 5 di guida autonoma con l’attuale hardware di terza generazione della Casa. Ora invece ha detto che il massimo potenziale si raggiungerà con l’hardware 4, in arrivo con il Cybertruck.

Come vede l'ambiente circostante il Full Self Driving di Tesla
E coloro che hanno pagato migliaia di dollari basandosi sulle precedenti promesse? Nulla. Non solo non raggiungeranno il massimo potenziale della tecnologia acquistata, ma non potranno neanche aggiornare le loro auto con il nuovo hardware.
“L’importante – ha detto Musk – è che con il Full Self Driving le auto siano più sicure rispetto a quelle guidate da un essere umano. Con l’hardware 3 arriveranno a esserlo per il 200% o 300%, con l’hardware 4 del 500% o 600%. In futuro arriverà l’hardware 5, che innalzerà ulteriormente le prestazioni. Considerati i costi e la complessità dell’intervento, però, le Tesla attuali non potranno ricevere l’aggiornamento all’hardware di nuova generazione”. Inutile specificare che in molti non l'abbiamo presa bene.