Dallo scontro all’alleanza. Il rapporto fra Elon Musk e Joe Biden non è mai stato idilliaco. Colpa – dicono i più informati – di un certo discredito del presidente nei confronti di Tesla, rea di non dare alcuno spazio ai sindacati dei lavoratori.

Ma le cose stanno cambiando. Perché il ceo del Costruttore è d’accordo con la Casa Bianca per aprire la sua rete di ricarica alle auto elettriche non Tesla entro la fine del 2024. Si tratta di almeno 3.500 Supercharger da 250 kW, sia nuovi che esistenti, e vari Destination Charger sparsi fra hotel e ristoranti. Per fare il pieno, basterà usare l’app del Costruttore.

Perché a Biden conviene

Per Tesla non è una novità. Le speciali colonnine della Casa sono infatti protagoniste, da diverso tempo e in varie parti del mondo – Italia compresa –, di un programma pilota che garantisce l’accesso a tutti gli automobilisti, pensato per raccogliere feedback in vista di un’apertura totale in futuro.

Tesla car by supercharger at M7 motorway services in Abington Scotland

Una stazione di Tesla Supercharger

Ma perché la Casa Bianca si allea con Musk e soci? Semplice: la rete di ricarica Tesla è tra le più diffuse, potenti e affidabili che ci siano. Disponibile per chiunque, aiuterebbe Washington a centrare il target di portare l’auto elettrica al 50% di vendite entro il 2030.

Do ut des

Da parte sua, la Casa metterà le mani su una fetta della torta da 7,5 miliardi di dollari destinati all’installazione delle colonnine lungo le strade americane, vincolati proprio alla disponibilità delle infrastrutture a tutti, oltre che guadagnare dalle singole ricariche.

Così Elon Musk e Joe Biden mettono forse la parola fine alle polemiche del recente passato. Un primo tentativo di conciliazione c’era già stato a fine gennaio, quando il ceo aveva avuto un colloquio con alcuni funzionari. Al centro del tavolo, fabbriche, vendite e rete di ricarica. Ora siamo alla firma della pace.