All’inizio è stata Tesla. Poi toccherà a Volvo, ma in Cina c’è fermento riguardo alla questione e tante Case, anche occidentali, si stanno attrezzando per adeguarsi ai nuovi standard. Stiamo parlando di processi produttivi rivoluzionari, quelli che sfruttano le ormai note Giga Press.

Il concetto è semplice. Grazie a enormi macchinari per la presso fusione si riescono a realizzare intere parti della scocca in un colpo unico. Questa tecnologia offre numerosi vantaggi e se per ora è – come detto – utilizzata solo da Tesla, si diffonderà presto a macchia d’olio tra tutti i principali costruttori di auto. Vediamo perché.

Tesla ci ha visto lungo

L’auto elettrica, si sa, è ancora più cara di più di un equivalente modello endotermico, le batterie incidono per il 30% circa del costo totale di produzione. In certi casi si arriva addirittura al 40%. Elon Musk e soci, che come tutti gli altri costruttori di auto erano ben consapevoli che i progressi nel campo degli accumulatori avrebbero abbassato tali costi, hanno però giocato d’anticipo, cercando il modo di risparmiare in altre aree della produzione. Ed ecco arrivare l’idea: lavoriamo sui telai come se stessimo producendo modellini “diecast”. Le macchinine in scala, per intenderci.

La scocca posteriore di una Tesla Model Y stampata con una Giga Press

L’investimento iniziale è alto: stiamo parlando di macchinari che sono lunghi più di 20 metri e sono alti 6. Ma una volta in funzione, possono arrivare a dimezzare i costi di realizzazione di un telaio, che è la seconda componente più costosa di un’auto dopo il powertrain. Questo perché producono una parte importante della scocca (nel caso della Tesla Model Y, tutto il posteriore) in un colpo solo. E questo riduce drasticamente le postazioni necessarie per la costruzione di quel componente. Basti dire che dove una volta si adottavano decine (fino a 70) parti, ora ce n’è una soltanto.

Non si risparmia solo tempo

L’adozione delle Giga Press (le più famose e le più diffuse sono quelle dell’italiana Idra) non permette soltanto di realizzare scocche meno costose e in minor tempo. Il metodo consente di risparmiare anche nell’uso dei materiali, rendendo superflue saldature e parti di raccordo. Ma minor materiale (circa il 10%, tanto per dare un’idea dell’ordine di grandezza) significa anche minor peso, altra variabile fondamentale quando si parla di auto elettriche.

C’è poi la questione della velocità dei processi. Una Giga Press si sostituisce a numerose altre stazioni di lavorazione dei telai. Questo consente di accelerare i ritmi produttivi e di ridurre di molto i tempi di produzione di un’auto. Anche questo è da mettere in conto.

 

Tutti le vogliono

Considerate come un’innovazione necessaria che presto invaderà l’intero mondo automotive, le Giga Press sono anche criticate da un ristretto numero di persone che credono che per essere davvero redditizie devono raggiungere un’affidabilità maggiore rispetto ai macchinari tradizionali. In fondo, sbagliare uno stampo così grande comporta un costo non indifferente.

Le Case sembrano disposte “a correre il rischio”, se così si può dire. Interesse verso le Giga Press è stato mostrato da Toyota, General Motors e Hyundai, oltre che da varie Case cinesi e da Volvo, che ha stretto di recente un accordo con una società svizzera per utilizzare proprio questo tipo di macchinari per la costruzione delle auto elettriche di prossima generazione.

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