L’auto elettrica vuole efficienza. Efficienza in ogni dettaglio. Così, all’Università di Aquisgrana, e più precisamente alla facoltà di Ingegneria di componenti per la E-Mobility (PEM), si è lavorato per due anni sul progetto chiamato “anfaHair” con il quale si è voluto affinare la produzione su scala industriale di azionamenti elettrici di nuova concezione.

I ricercatori tedeschi sono stati affiancati dagli ingegneri della Società di Ingegneria meccanica Röscher, che ha sede a Berlino, e hanno sviluppato 4 tecnologie per la produzione degli statori a forcina e il loro montaggio all’interno dei motori elettrici.

Lotta agli sprechi

“Abbiamo ampiamente testato i nuovi processi di giunzione dimostrando che possono essere applicati nella produzione di statori a forcina – ha dichiarato Achim Kampker, professore con una cattedra alla PEM –. Al momento attuale le tecniche di avvolgimento del filo usate fino a ora stanno lasciando spazio a bobine con filo di rame dalla forma a forcina”.

Questo processo ha fatto fatica a diffondersi per la difficoltà nei processi di saldatura a laser, che portano alla creazione di numerosi pezzi di scarto. I ricercatori tedeschi, invece, hanno messo a punto un metodo più affidabile, che permette di realizzare questi statori in modo efficiente e senza troppi difetti, che si basa su un nuovo modo di posizionare le forcine (hairpin) e di saldarle. Cosa diversa da quanto mostrato dall'americana Infinitum Electric, che pure lavora su statori ad alta efficienza.

 

Ci sono già le prime richieste

"Più avanti la procedura dovrebbe essere integrata nella catena di produzione della stessa forcina – fa sapere la PEM in una nota –, migliorando ulteriormente l’allineamento e permettendo di arrivare a un metodo produttivo ad alta qualità e più facilmente riproducibile".

I risultati del progetto "anfaHair" devono ora essere ulteriormente evoluti per essere applicati su scala industriale. Röscher in particolare ha intenzione di sviluppare la stazione prototipo allestita nel corso del progetto per adattarla ad applicazioni in larga scala. A quanto pare ci sarebbero già delle richieste da parte di alcune aziende, sempre a caccia di tecnologie che consentano di migliorare le prestazioni dei propri componenti.