Circa il 60% dei veicoli elettrici sulle strade nel mondo ha passaporto cinese. A fare gola è soprattutto il mercato europeo, dove il Dragone si sta espandendo a macchia d’olio, con annunci roboanti e qualche piano ancora nel cassetto, pronto però a uscire e fare rumore.
Ma cosa potrebbe regalare il successo all’auto elettrica cinese nel Vecchio Continente? La risposta si legge in un interessante approfondimento scritto da Automotive News Europe (Ane). La parola da ricordare è “flotte”.
I punti di forza
Con una quota di mercato del 50% in Europa, le auto aziendali e a noleggio saranno determinanti per il futuro della mobilità sostenibile. Combinando queste cifre con i punti di forza delle vetture cinesi, l’industria del Dragone potrebbe davvero dare del filo da torcere ai Costruttori locali.
Fra i vantaggi da ricordare ci sono sicuramente i prezzi, inferiori a quelli europei per via dei costi di produzione più bassi. Ma le auto cinesi vantano anche una serie di tecnologie non ancora sviluppate in Europa, come il riconoscimento facciale dell’automobilista.

Gli interni della BYD Atto 3
Non va poi dimenticato il tema della sicurezza, molto caro ai gestori di flotte e su cui la Cina sta spingendo molto, tanto da aver portato la full electric Ora Funky Cat e il Suv plug-in Wey Coffee 01 nella zona alta della classifica Euro Ncap sulle auto più sicure del 2022.
Gli ostacoli
Ma non è oro tutto quel che luccica. Gli ostacoli non mancano e vanno dalle tensioni geopolitiche fra Pechino e Occidente, che potrebbero penalizzare l’industria cinese con politiche protezionistiche come l’Inflation Reduction Act americano e il Net Zero Industry Act europeo, alla scarsa riconoscibilità dei marchi stranieri agli occhi degli automobilisti.
Un altro tema caldo è poi quello della protezione dati, sulla cui affidabilità aleggiano forti dubbi da parte delle Istituzioni Ue (e non solo). Ultimo, ma non importante, è il capitolo sui ricambi. Alle flotte ne servono tanti e, forse, reperirli non sarà facilissimo. L’Europa è ancora davanti nella corsa all’elettrificazione delle flotte. Ma è vietato perdere altro terreno.
Fonte: Automotive News Europe