L'idrogeno è considerato una delle fonti energetiche più importanti del futuro. Come anticipato in un approfondimento dedicato e linkato a fondo pagina, molti Paesi sono alle prese con una vera e propria "corsa" verso una produzione stabile e sostenibile di questo nuovo carburante.
E, tra tutti i continenti, c'è anche l'Europa, intenzionata a non restare indietro e che, nell'ultimo periodo, ha approvato e dato il via a numerosi progetti in Francia, Germania, Italia e Spagna.
Il 26 giugno, 44 delegati delle più importanti aziende di idrogeno hanno incontrato a Bruxelles il Commissario europeo per il Mercato interno e i Servizi, Therry Breton, per confermare gli obiettivi prefissati nel 2022. Cosa si sono detti?
L'industria del futuro
In base al documento divulgato dopo l'incontro, è emerso che l'impegno dell'industria in questa nuova tecnologia è stabile e sempre più importante: un qualcosa di fondamentale per raggiungere gli obiettivi del piano REPowerEU pubblicato nel 2022.
Tra questi, il più importante è sicuramente quello di raggiungere la produzione di 10 milioni di tonnellate di idrogeno entro il 2030, in impianti dedicati e alimentati da energia rinnovabile. Un valore possibile ma ambizioso, che per essere toccato implica il superamento di alcune grandi sfide industriali e finanziarie - in particolare per ottenere i capitali in breve tempo (anche da privati).

Il generatore elettrico di backup di Honda a idrogeno
Tutti gli obiettivi europei
Nel documento di riepilogo pubblicato a valle della conferenza, si legge che, al momento della firma della dichiarazione congiunta, nel maggio 2022, la capacità di produzione complessiva (non solo verde) degli elettrolizzatori europei era ferma a 2,5 GW.
Dopo poco più di un anno di lavori costanti, oggi il Continente ha raggiunto 3,1 GW, ovvero un aumento esponenziale e che ha permesso di innalzare gli obiettivi del 2025 fino a una capacità di circa 21 GW, con l'idea di riflettere in pieno le prospettive di domanda (sia B2B che B2C) previste nella stessa Europa e nel mondo per lo stesso anno.
Sempre secondo il rapporto, attualmente sono in ballo investimenti da diversi milioni di euro in questa tecnologia; non solo per quanto riguarda gli impianti di produzione, ma anche per tutta la catena di fornitura dei materiali e delle materie prime.
Per esempio, diverse aziende hanno deciso di aumentare gli studi sulle membrane di scambio (per scoprire come funziona una pila PEM vi invitiamo a leggere l'articolo dedicato), con l'obiettivo, per esempio, di testare sul campo la produzione di idrogeno senza energia elettrica (qualcosa che in Cina si sta già utilizzando da tempo).
Dall'Electrolyser Summit del maggio 2022, alcune aziende hanno poi scelto di ampliare o aprire nuovi stabilimenti, mentre molte altre hanno annunciato nuovi piani di investimento.

La nostra mappa sulle stazioni di rifornimento di idrogeno attualmente in costruzione in Italia
I problemi attuali
Tutto molto bello, ma la storia insegna che a fattori positivi si contrappongono sempre fattori negativi. Se infatti è vero che "non è tutto oro quel che luccica", il grande piano espansionistico europeo ha ancora problemi e lacune, sia tecniche che burocratiche.
Come detto, attualmente i piani di espansione di questa novità sono importanti (dal punto di vista economico, tecnologico e di risorse umane) con un tasso di crescita annuo stimato dell'88% nel prossimo triennio. Raggiungere però l'ambizioso obiettivo dei 25 GW di capacità annua entro il 2025 appare, agli occhi delle 44 aziende interpellate, una sfida di ingenti dimensioni.
Secondo le società, i principali problemi derivano tutti dal fatto che, ancora oggi, non esiste una definizione precisa di idrogeno rinnovabile. Secondo le multinazionali, persistono infatti lacune nel quadro normativo e ingenti ritardi nelle attuazioni (definizioni e certificazioni, formulazione di obiettivi vincolanti, ecc.).
Due fatti che, attualmente, impediscono ai futuri produttori di impegnarsi con estrema sicurezza in questa tecnologia. Poi, sempre secondo le aziende che hanno partecipato al summit, esiste ancora un enorme divario tra gli obiettivi e i fondi effettivamente stanziati in Europa, necessari soprattutto per attrarre investitori privati (secondo loro fondamentali).
Infine, c'è poi la sfida più grande, cioè quella della costruzione o del potenziamento delle catene di approvvigionamento integrate (cioè i gasdotti), nonché la verifica dell'effettiva disponibilità di componenti e materie prime per la produzione delle infrastrutture necessarie.
Riguardo proprio la questione infrastrutturale, pochi mesi fa c'è stato un accordo tra Francia, Germania e Spagna per costruire l'H2Med, un enorme gasdotto di trasporto sottomarino e terrestre. Si tratta di un'opera di grandi dimensioni, ma sicuramente non sufficiente da sola a garantire un approvvigionamento costante a tutta l'Europa. Ed è solo un esempio.
Le dipendenze per i materiali
Ma non è finita qui. Un'altra "croce" dell'idrogeno, oggi e secondo le aziende partecipanti al summit, è rappresentata dalle materie prime critiche, riguardo alle quali la stessa Europa nel maggio 2022 ha redatto una normativa dedicata, con l'obiettivo di garantire l'accesso dei Paesi a un approvvigionamento sicuro e sostenibile di queste sostanze.
In questo ambito rientrano principalmente tutti i metalli del gruppo del platino e tutte le materie prime "critiche" utilizzate negli elettrolizzatori. L'obiettivo, già fissato, del 65% (per materiale) per la diversificazione delle importazioni sembra estremamente difficile da soddisfare, soprattutto per alcuni dei metalli più utilizzati.
Questo poiché, per esempio, i materiali presenti nelle celle a combustibile e negli elettrolizzatori provengono principalmente da un ristretto numero di Paesi fornitori. Non si potrà quindi evitare, probabilmente e sempre per esempio, una forte dipendenza dal Sud Africa per il platino e per l'iridio. Ma non solo. C'è infine il problema della scarsa reperibilità dei fluoropolimeri, sostante ampiamente utilizzate per la realizzazione delle membrane PEM, dei serbatoi di stoccaggio, dei tubi, delle guarnizioni e altro.
In poche parole, quindi, qualsiasi volontà di espansione nella produzione di elettrolizzatori dovrà essere controbilanciata da una contemporanea espansione nelle capacità di reperimento dei materiali.
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Immagine di copertina: New Hydrogen Infrastructure Map by GEODE