Le Case automobilistiche europee temono sempre di più l’invasione cinese. Per contrastarla, stanno quindi concentrando gli sforzi nel trovare soluzioni che consentano di abbassare i costi delle loro auto elettriche.

Da un lato, la ricerca della maggior efficienza è sempre esistita all’interno dei grossi gruppi automotive, dall’altro, quello che vogliono ottenere è del tutto inedito. Vediamo che succede.

Renault vuole tagliare i costi del 40%

Renault, per esempio, vuole ridurre i prezzi delle sue vetture a zero emissioni del 40%. Lo ha detto il cfo Thierry Pieton, che vuole raggiungere l’obiettivo entro il 2027, anno in cui la Casa avrà a listino la prossima generazione delle sue vetture elettriche. Per ottenere i risultati prefissati, la Casa francese ha anche avviato il processo di scorporamento della divisione “a zero emissioni” con la creazione di Ampere, che si quoterà nei prossimi mesi, e che lavorerà su batterie e piattaforme di nuova concezione.

Nuova Renault 4, il render di Motor1.com

Nuova Renault 4 elettrica, il render di Motor1.com

I progressi in tema di riduzione dei costi di produzione, secondo Luca De Meo, ceo del gruppo, si vedranno già nella seconda metà del 2023, principalmente grazie al calo dei prezzi delle materie prime. De Meo, riguardo alla situazione attuale, ha dichiarato: “È chiaro che siamo in competizione e il tempo è essenziale: questo è il business in cui ci troviamo”.

La ricetta “anti-Cina” di Stellantis

Sulla stessa lunghezza d’onda sembra sintonizzato Carlos Tavares, che nell’incontro con gli azionisti ha ribadito una volta di più che la concorrenza con i produttori cinesi potrebbe essere “brutale” per via del fatto che loro hanno costi ridotti di circa il 25% rispetto a una Casa europea. L’obiettivo, secondo il ceo di Stellantis, è trovare il modo di giocare alla pari sugli approvvigionamenti.  

Tavares, però, è anche pronto a mettere sul mercato la prima elettrica da meno 25.000 euro, la Citroen e-C3, e ha ribadito che Stellantis, nel campo delle zero emissioni, avrà a listino ben 47 modelli entro la fine del 2024. Significa che offrirà una o più alternative in tutte le nicchie di mercato.

Anche il gruppo Volkswagen, che invece ha appena detto di voler crescere proprio andando in Cina a fare concorrenza alle Case locali, è al lavoro sull’elettrica da 25.000 euro. Arriverà nel 2025, anno in cui sul mercato alternative “low-cost” non mancheranno di certo.

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La Cina fa paura

Non è la prima volta che i Costruttori cinesi provano a invadere l’Europa. Il problema è che questo momento storico consente loro di fare leva su una serie di fattori che potrebbero davvero portarle a fare buoni numeri. Se in passato un’auto cinese era prima di tutto (e quasi esclusivamente) economica, ora, in certi casi, ha qualità paragonabile a quella di un prodotto occidentale, giapponese e coreano e tecnologie all’avanguardia.

In più, in un periodo in cui l’elettrico sta crescendo, le Case cinesi possono contare su una catena degli approvvigionamenti più corta e affidabile. Aggiungendo il fatto che hanno costi per l’energia e la manodopera minori, si capisce come, oggi più che mai, siano temibili.

Riusciranno quindi a invadere l’Europa? Difficile a dirsi: è ancora troppo presto. Però, visto anche il numero di brand già arrivati o in arrivo nei prossimi mesi, è chiaro che il mercato troverà nuovi equilibri e che alcuni marchi conquisteranno quote anche importanti. Si veda per esempio il caso MG in Italia, tanto per fare un nome.

Fotogallery: Volkswagen ID.2 Cross, il render di Motor1.com